Verona Sociale

 L’attività scolastica dei nidi e infanzia riprende per i piccoli che hanno bisogno di assistenza.

Children play at the Palotes preschool in Valladolid, on June 10, 2020. - The Palotes preschool is one of the first schools to open in the Castilla y Leon region as the country continues to loosen a national lockdown to stop the spread of the novel coronavirus. (Photo by CESAR MANSO / AFP) (Photo by CESAR MANSO/AFP via Getty Images)

 

L’attività scolastica dei nidi e infanzia riprende per i piccoli che hanno bisogno di assistenza.

 Come chiarito dalla Regione, l’attività scolastica sospesa in ‘zona rossa’ da decreto governativo, può riprendere per i piccoli che hanno bisogno di assistenza.

All’interno, però, di gruppi ridotti, di massimo 5-6 minori, in linea con quanto previsto per gli altri ordini e gradi di istruzione scolastica statale. Una bella notizia per 800 bambini che a Verona, su rotazione, torneranno al nido e alla scuola dell’infanzia.
Già sono  7 le scuole dell’infanzia che hanno ricominciato l’attività, 21 quelle complessive che riprenderanno dalla prossima settimana. I piccoli con esigenze speciali,  possono recarsi a scuola quotidianamente, mentre gli altri a rotazione per comporre il piccolo gruppo classe.

Il servizio riguarda le scuole dell’infanzia di:

  • Monte Tesoro
  • Bacchiglione
  • Orti di Spagna
  • Bentegodi
  • Del Carretto,
  • Emma Foà
  • Fontana del Ferro
  • Prina
  • Montessori
  • Primo Maggio
  • Avesa
  • Dai Libri
  • Pestrino
  • Badile
  • Santa Croce
  • Benedetti
  • Bottagisio
  • Villa Cozza
  • Vincenti
  • Garbini
  • Dall’Oca

Mentre i nidi che riaprono sono:

  •  Borgo Nuovo
  • Pindemonte
  • Ponte Florio
  • San Massimo
  • Santa Lucia

Il sindaco Sboarina ha voluto precisare che:

“Abbiamo riorganizzato il servizio, pronti a ripartire, nonostante diverse note interpretative sembravano contrarie a questo tipo di attività nei nidi e nelle scuole dell’infanzia. Ora l’auspicio è che in tempi brevissimi anche tutti gli altri possano tornare alla didattica in presenza. Se avessero lasciato la gestione ai Comuni noi non avremmo chiuso. Nell’ultima settimana di attività scolastica avevamo 2 contagi nei nidi, un bimbo e un educatore, e altrettanti nelle scuole dell’infanzia. Una percentuale praticamente pari allo zero, a fronte di migliaia tra minori, educatori, insegnanti e operatori. Tutto questo grazie ai protocolli messi in atto già da settembre con un investimento aggiuntivo di 235 mila euro ogni mese. Così invece si è creato un grandissimo disagio alle famiglie che devono coniugare la gestione dei figli tutto il giorno con il lavoro o smartworking. Ecco perché capisco le lamentele dei genitori e, anche se le proteste di piazza non sempre mi trovano d’accordo, domenica parteciperò in Bra all’incontro. È una situazione davvero troppo complicata, quando, invece, garantendo la salute di tutti, le nostre scuole, specialmente quelle dei piccoli, potevano rimanere aperte”.

G.R.

 

 

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