Verona Sociale

La scuola pratica veronese 2024 è aperta al territorio con Bell’Impresa

La scuola vista per quello che dovrebbe essere, un laboratorio culturale e un percorso per favorire l’apprendimento, e non un mero stare in aula con la finalità di apprendere delle nozioni specifiche.

È con questa convinzione che la cooperativa sociale Hermete, grazie a un bando dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, tre anni fa ha dato il via al progetto Bell’impresa, favorendo una didattica pratica, fatta di esperienze anche “imprenditoriali”, rivolta a oltre 3mila bambini e bambine dell’ovest veronese.

Le attività – promosse con una serie di realtà del territorio, tra cui Progettomondo, l’associazione Le Fate, Fondazione Edulife, Irecoop Veneto, Università di Verona, Valpolicella Benaco Banca – sono infatti giunte al termine, ma i segni e gli effetti che hanno lasciato sugli studenti e i 425 docenti di 11 istituti scolastici, continueranno a essere monitorati per i prossimi due anni dal Dipartimento di Management dell’Università di Verona.

“Nei mesi di attività svolte in 13 comuni della provincia, Bell’Impresa ha sviluppato una trentina di cooperative scolastiche e oltre 60 officine delle competenze, ovvero percorsi annuali in cui ragazze e ragazzi erano chiamati a fare didattica in modo pratico ed esperenziale”, sottolinea Michela Cona di Hermete.  “Sono stati realizzati 70 eventi locali e 5 campus anche in periodo estivo e, oltre agli educatori, sono stati raggiunti 2.800 genitori, impegnandoli in percorsi formativi e di orientamento”.

“Il dipartimento di Management dell’ateneo, con i colleghi del dipartimento di scienze umane e di pedagogisti ha il ruolo della valutazione di impatto, fondamentale per capire che le belle iniziative hanno lasciano segni importante non solo nel mondo scolastico, ma nell’intera comunità locale”, afferma Giorgio Mion del Dipartimento di Management dell’Università di Verona. “Abbiamo accompagnato la progettualità nel suo sviluppo, per favorire il contrasto alla dispersione scolastica e sono stati promossi focus group e interviste su campioni di studenti, educatori, amministratori locali e servizi del territorio.  Dagli studenti è emerso lo stupore della scoperta di sé stessi e delle loro capacità”.

Bell’Impresa è nato da varie sperimentazioni fatte già 10 anni fa da Hermete, avviando simulazioni di impresa con gli istituti superiori.

“Ci siamo chiesti se non fosse possibile coinvolgere anche i più piccoli, di scuole primarie e medie, ed è nato il progetto”, riferisce il presidente di Hermete, Simone Perina. “L’idea è sviluppare un’imprenditività in cui ragazzi si mettono gioco, sono creativi, proattivi”.

All’evento di bilancio è intervenuto persino il docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha già favorite simili esperienze in altri territori italiani, nello specifico a Forlì e Bologna.

“Pur essendo necessarie e obbligatoria, la scuola è costruita su misura degli adulti. Persino gli orari si basano sulle necessità dei genitori”, dichiara. “Il mondo scolastico sta vivendo un periodo complesso, con richieste sempre più specifiche e che esulano dall’insegnamento, come il far fronte al bullismo, ai disturbi elementari, essere pedagoghi. Le molteplicità di progetti mancano di risposte strutturali e sviluppi nel concreto, mentre fare scuola significa creare le condizioni affinché si possa apprendere. L’ambiente scolastico dovrebbe essere un luogo di laboratorio culturale, un percorso per favorire l’apprendimento, non uno stare in aula: non una scuola del funzionamento ma dell’apprendimento, inserita nella comunità, e accessibile come realtà in cui tutte e tutti possono essere una risorsa”.

L C

Exit mobile version