Un consistente aumento delle risorse pubbliche per i centri e le strutture di protezione e contrasto alla violenza contro le donne: il fondo nazionale 2018 ha destinato al Veneto 1,5 milioni di euro, di cui quasi un terzo verrà impiegato per istituire nuovi sportelli e nuove strutture di accoglienza. Il rimanente, servirà per finanziare le strutture esistenti.
Attualmente sul territorio sono attivi 25 sportelli territoriali, 22 centri antiviolenza e 21 case rifugio.
“Registriamo un significativo aumento delle risorse nazionali trasferite al Veneto – riferisce l’assessore regionale alla sanità e al sociale Manuela Lanzarin, che ha il merito di aver portato il riparto all’approvazione della Giunta – necessarie sia per dare continuità al lavoro dei centri già esistenti, sia per potenziare la rete territoriale delle strutture di prevenzione e accoglienza. Quest’anno sono aumentati del 13,5 per cento i fondi per le strutture esistenti e del 57 % le risorse per istituirne di nuove. Con il provvedimento appena approvato la Regione Veneto ha già provveduto al riparto dei fondi tra le 43 strutture e i 25 sportelli, secondo criteri di omogeneità distributiva. E ha inoltre dato il via alla predisposizione dei nuovi bandi per l’apertura di nuovi centri. Con i nuovi fondi, secondo quanto concordato con il tavolo di coordinamento regionale, sarà possibile attivare due nuovi centri antiviolenza, due case rifugio e aprire nuovi sportelli di centri antiviolenza già operanti. Comuni, Ulss e associazioni potranno presentare a breve le loro proposte progettuali”.
I Centri antiviolenza del Veneto hanno registrato nello scorso anno 8464 contatti e un aumento del 79% delle segnalazioni. Le strutture venete hanno preso in carico 2373, 280 nuovi casi in più, rispetto al 2017.
Purtroppo questo significa che in Veneto ogni 300 donne residenti una si è rivolta ad un Centro antiviolenza e una ogni 700 è stata presa in carico.
Una buona notizia, quindi, in un mondo dove le donne hanno difficoltà a trovare un aiuto ed un valido supporto, spesso negato addirittura dal proprio ambito familiare.