Verona, dopo la protesta, incontro tra sindaco e titolari di autoscuole.

Dopo la protesta delle autoscuole contro le nuove linee guida del Governo, il sindaco ha incontrato  i rappresentanti di Confarca, la confederazione italiana che riunisce i titolari di autoscuole e i consulenti automobilistici, per raccogliere le loro istanze.

Erano presenti Filippi Christian, segretario nazionale Confarca, assieme al segretario provinciale Benedetto Martorana, e Nevio Pennella, vice presidente del consorzio Bus-Car che rappresenta le 70 autoscuole veronesi.

Due le questioni centrali, la prima di rilievo nazionale, ossia la difficoltà di mettere in atto le linee guida del Ministero Infrastrutture e Trasporti per lo svolgimento degli esami di teoria e pratica. Secondo i nuovi protocolli, infatti, la sanificazione dei mezzi deve essere continua, le distanze tra studenti di almeno 3 metri quadri, riducendo quindi le presenze, costringendo ad aumentare i corsi e, di conseguenza, maggiori costi.

Dall’ altra una istanza locale, per ottimizzare il rapporto organizzativo tra autoscuole e motorizzazione. Richieste sulle quali ora verranno cercate soluzioni comuni che consentano la ripresa delle attività, senza troppi impedimenti, nel rispetto delle misure di sicurezza già adottate da tanti altri settori.

Esattamente come dovrebbe essere per il turismo congressuale, per gli spettacoli e il mondo dell’intrattenimento. Comparti attorno ai quali ruotano migliaia di lavoratori, tra cui personale specializzato, tecnici, interpreti, maestranze, custodi, artisti, autisti, agenzie e manager, proprietari di location, costumisti, scenografi, dj, animatori, presentatori.

“Stiamo parlando di pilastri dell’economia locale, filiere che contano migliaia di lavoratori ,ha spiegato Sboarina . Nel momento in cui ci sono protocolli sanitari, norme per la sicurezza e misure per garantire il distanziamento sociale, tutte le attività in grado di adottarli dovrebbero poter riprendere. È incomprensibile come questo valga per alcuni e per altri invece no. C’è la reale necessità di tornare a ospitare i convegni, che fanno lavorare alberghi, bar, ristoranti e non solo, così come di riaprire locali, cinema, teatri e discoteche. Stiamo parlando di migliaia di persone che, nonostante la fase 2, non possono ancora lavorare o sono messe in seria difficoltà. Ecco perché ho raccolto le istanze delle autoscuole, che presenterò ai parlamentari veronesi e al ministro alle Infrastrutture De Micheli. Stiamo rasentando l’assurdo. È incomprensibile come ovunque si chieda di rispettare il metro di distanza, mentre nelle autoscuole gli studenti a lezione debbano essere uno ogni tre metri quadri. Servono regole chiare uguali per tutti e non provvedimenti che mettano in difficoltà le categorie. Ringrazio un’azienda di eventi che, ieri, ha voluto unirsi al mio appello, scrivendomi ed elencando tutte le professionalità che ruotano attorno a questi settori. Una lista lunghissima di persone specializzate che oggi non sono messe nella condizione di lavorare. Non si tratta di settori di nicchia, ma di filiere che generano e creano tantissimi posti di lavoro”.

G R