Anche a Verona troviamo cinesi che non ce la fanno senzatetto: ecco la storia di Yushi

Ebbene si persino i cinesi muoiono: anche i cinesi senzatetto, come Yushi, la quale storia viene raccontata dalla Ronda della Carità e richiamata dal quotidiano Veronaoggi. Per far capire ai cittadini scaligeri cosa accade, a Verona, quando muore un senzatetto. Yushi è deceduto all’età di 70 anni, lo scorso 6 giugno, a causa di un arresto cardiaco. Verrà sepolto presso il cimitero monumentale di Verona, e i funerali si terranno sabato 9 luglio al monastero del Bene Comune di Sezano.
Ecco la storia di Yushi.
“Questa è (una minima parte de) la storia di Yushi, probabilmente il primo e unico cinese che sarà sepolto nel cimitero monumentale di Verona – scrive la Ronda della Carità -. Lo abbiamo incontrato per la prima volta nella primavera del 2020, all’inizio della pandemia da Covid, quando è venuto al nostro Rifugio e ci ha raccontato della sua salute precaria: dopo aver lavorato come cuoco ad Ascoli Piceno, in una rosticceria a Verona e in un ristorante ad Illasi, il lavoro non andava bene quindi aveva affittato dei campi, ma il ribaltamento del trattore sul quale lavorava gli ha generato un’ischemia cerebrale, e dopo 32 anni di presenza sul territorio italiano, all’età di 70 anni, si è trovato a non poter più lavorare e a vivere all’addiaccio nel vallo dei bastioni, senza dimora. Perdere il lavoro ha significato anche non vedersi rinnovato il permesso di soggiorno, che aveva dal 1995, e diventare irregolare, clandestino in uno Stato nel quale hai lavorato e pagato i contributi per decine di anni”.
Perdendo effettivamente i diritti fondamentali. Quindi nessun medico di base, niente controlli medici, niente residenza, niente passaporto: “Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo sa quanto profondo fosse Yushi, sempre con la parola giusta per tutti, felice di raccontare un pezzo della sua vita: di quando era il cuoco del Primo Ministro cinese dopo Mao Tze Tung, dell’importanza della terra per la sua famiglia, delle motivazioni che lo avevano portato in Italia. Non passava giorno che non venisse al nostro Rifugio per la colazione, rimanendo tutta la mattina per coltivare il magnifico orto che ha creato dal nulla dopo aver dissodato, con le sue mani e pochi arnesi di fortuna, il terreno ostile dall’asfalto e dalle pietre, una dopo l’altra, con le quali ha creato poi un ipnotico muro a secco a delimitare l’orto”.
E quindi il 6 giugno, Yushi muore: “Un giovedì del mese scorso, dopo qualche giorno che non lo vedevamo, ci siamo preoccupati e abbiamo chiesto sue notizie al dormitorio, ma nessuno si era accorto della sua assenza. Yushi era deceduto tre giorni prima per un arresto cardiaco. Con la morte di una persona senza dimora, muore anche l’ultimo diritto a una degna sepoltura”.
Perciò che cosa succede in questi casi? La salma viene conservata per 30 giorni in attesa che qualcuno si faccia carico dei costi dell’inumazione, dopodiché Agec esegue il cosiddetto “funerale dei poveri”: “Senza preavviso e senza vestizione, senza che le mani di qualcuno che ha amato quel corpo e quell’anima possa dargli un’ultima carezza, la salma viene riposta in una bara e inumata”.
Ma per Yushi non sarà così, perché in merito ad una sottoscrizione alla quale hanno partecipato in centinaia fra cittadini di Verona e volontari, sarà proprio la Ronda della Carità a farsi della sua cerimonia funebre. Con un’ultima “sorpresa”: per le persone senza fissa dimora l’inumazione ha un sovraprezzo di 430 euro. “Lo facciamo per lui, e per tutti gli Yushi senza diritti che incontriamo per le strade della nostra città. Proveremo a farlo ogni volta che potremo, con la speranza che la sua storia possa regalare un po’ di compassione, almeno nella morte, alle istituzioni”.

L C

Fonti: https://www.veronaoggi.it/