Dario Franceschini ritira la cittadinanza onoraria a nome di Dante.

Dario Franceschini ritira la cittadinanza onoraria a nome di Dante.

Riconoscimento assegnato per l’indiscussa e universalmente nota opera letteraria oltre che per il profondo legame con la città scaligera. Durante il suo esilio dalla città di Firenze soggiornò più volte a Verona, sia quando la città era retta da Bartolomeo della Scala sia mentre regnava il principe Cangrande, al quale  lo legava amicizia e rispetto reciproco.

La cerimonia di consegna si è tenuta questa mattina a Palazzo Barbieri. A fare gli onori di casa il sindaco Federico Sboarina, insieme al presidente del Consiglio comunale Leonardo Ferrari. Erano presenti il Prefetto Donato Cafagna, la presidente del Comitato di Verona della Società Dante Alighieri, promotrice della giornata di oggi, Maria Maddalena Buoninconti, membro del Consiglio centrale di Roma, e alcuni assessori e consiglieri comunali. Presente anche la direttrice dei Musei civici scaligeri Francesca Rossi che ha donato al Ministro il catalogo della mostra ‘Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona’, allestita alla Galleria d’Arte Moderna.

 Franceschini emozionato ha affermato:

“E’ un’emozione particolare quella di oggi, mai avrei pensato di ritirare a nome di Dante la sua cittadinanza onoraria. E’ stata un’idea, quella di Verona, simbolicamente forte, straordinaria e intelligente. Per questo ringrazio il sindaco Sboarina e l’intero Consiglio comunale. Questa iniziativa permette di far capire appieno il ruolo importantissimo che Verona ha avuto nella vita di Dante. Se in passato fu trascurato, oggi l’abbiamo a pieno titolo ristabilito. Grazie a questa giornata e alle celebrazioni molti potranno riscoprire il valore di quei sette anni durante i quali Dante fu accolto, frequentò i luoghi e studiò nella città, scrivendo una parte della Divina Commedia. Più di settecento anni dopo dunque, viene simbolicamente ricomposto un legame e portato alla conoscenza di tutto il mondo. La cittadinanza onoraria è un segnale importante per il Paese intero, ed è uno dei momenti più importanti di queste celebrazioni nazionali che stanno diventando un fenomeno di popolo. Dante non è solo il padre della lingua italiana, ma anche un simbolo di unità nazionale e di un’idea di Nazione”.

G.R.