Il Decreto Sostegni Bis volto al cambiamento, soprattutto a fronteggiare gli aumenti eccezionali dei materiali in edilizia

Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto Sostegni Bis è finalmente legge e contiene tra gli altri al suo interno, interventi urgenti finalizzati a fronteggiare gli aumenti eccezionali avvenuti nel primo semestre 2021 di alcuni prezzi di materie prime da costruzione edilizia.
“Da mesi Confartigianato –­ commenta il Presidente di Confartigianato Imprese Verona Roberto Iraci Sareri –, assieme a tutte le categorie produttive, sta lanciando allarmi assolutamente fondati, chiedendo un intervento governativo su una situazione davvero preoccupante, con prezzi mai così alti negli ultimi 20 anni, capaci di spegnere le speranze di ripresa economica delle imprese”.
Anche l’ufficio studi di Confartigianato ha evidenziato che ad aprile 2021 gli aumenti dei prezzi delle commodities non energetiche sono stati del +33,4% rispetto all’anno precedente, con un’accelerazione che a marzo di quest’anno si attestava al +24% rispetto allo stesso mese del 2020.
Perciò il Decreto Sostegni Bis contiene diversi interventi che prevedono l’emanazione di un decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili che rilevi entro il 31 ottobre 2021 le differenze in percentuali, in aumento o in diminuzione, superiori dell’otto per cento, relative al primo semestre dell’anno 2021, dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più importanti; a partire da questo, viene successivamente prevista una procedura per la compensazione per i materiali da costruzione indicati dal decreto ministeriale, in aumento o in diminuzione, nei limiti previsti e in deroga all’attuale Codice dei contratti pubblici, per le lavorazioni eseguite e contabilizzate dal direttore dei lavori dal 1° gennaio 2021. Inoltre vi è l’istituzione, nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, di un ulteriore Fondo per l’adeguamento dei prezzi, con una dotazione di 100 milioni di euro per il 2021, al quale è collegata l’emanazione di un decreto dello stesso Ministero per fondare le modalità di utilizzo di tale fondo, garantendo la parità di usufrutto per la piccola, media e grande impresa di costruzione, nonché la proporzionalità nell’assegnazione delle risorse.
“Da apprezzare che il governo si sia fatto carico di affrontare il problema – commenta Roberto Iraci Sareri –, ma per il momento stiamo parlando di una previsione di Decreto ministeriale che ancora non c’è e di un monitoraggio dei prezzi che, se tutto va bene, darà risultati da novembre. Un Decreto, dunque, per annunciare altri decreti, previsti in uscita da un Ministero che spesso non ha brillato per tempestività. Sono dunque queste le misure urgenti? Restiamo inoltre prudenti sulla questione delle materie prime non individuate sulle quali applicare la compensazione: finché non si conosceranno parleremo del nulla”.
Per quanto riguarda la provincia di Verona, si stimano 9.341 imprese artigiane afflitte dallo stress da rialzo dei prezzi dei materiali, il 45,1% del totale dell’artigianato, che impegnano un totale di 23.475 addetti. Tra queste, il numero più alto è quello delle imprese di Costruzioni, con 7.169 imprese (il 76,7% del totale, con 15.351 addetti); seguono: 882 aziende di fabbricazione di prodotti in metallo che impiegano 3.908 persone; 721 attività di fabbricazione di mobili con 2.267 addetti; 414 imprese del legno e dei prodotti in legno, sughero e paglia, esclusi i mobili nelle quali lavorano 1.096 addetti; 71 attività dedite alla fabbricazione di apparecchiature elettriche e non elettriche di uso domestico (393 addetti); 20 imprese della metallurgia (94 addetti); 47 aziende di articoli in gomma e materie plastiche (264 addetti); 17 aziende impegnate nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (102 addetti).
“La fiammata dei prezzi sta mettendo a dura prova gli artigiani e i piccoli imprenditori – prosegue Roberto Iraci Sareri – costretti a comprimere i margini di guadagno o addirittura a rinunciare a lavorare. I continui rincari nel periodo tra l’acquisizione delle commesse e la consegna del prodotto finito erodono il margine di profitto dell’imprenditore fino addirittura ad annullarlo o, nel peggiore dei casi, costringendolo a lavorare in perdita. Tra i settori più penalizzati, quello delle costruzioni che rischia di non cogliere le opportunità di rilancio stimolate dal superbonus 110%”.
“Le nostre imprese stanno vivendo una situazione grave e paradossale – affermano infine i Presidenti delle categorie artigiane maggiormente colpite: Pietro Paolo Fattori (Costruzioni), Pierluigi Zanini (Legno Arredo) e Luca Bonafini (Meccanica) –. Proprio mentre cercano di riagganciare la ripresa, devono fare i conti con materie prime carissime e introvabili, forniture negate dai grossisti, esaurimento delle scorte, tempi di consegna lunghissimi. Tutto questo, oltre a provocare un prevedibile incremento dei prezzi al consumo a partire dal prossimo autunno, rischia di compromettere la ripresa, comprimendo la creazione di valore aggiunto delle imprese manifatturiere, settore dove l’Italia è al secondo posto nell’UE con un’alta dipendenza dall’estero di energia e materie prime”.

L C

Fonti: https://www.mattinodiverona.it/