In occasione del prossimo appuntamento delle Paralimpiadi invernali 2026, il Comune di Verona e Fondazione Giuseppe Manni ETS sono unite per un nuovo progetto di inclusione sociale mediante lo sport.
Ricerca scientifica e inclusione sociale attraverso lo sport. Sono questi gli obiettivi del Progetto congiunto “Paralimpiadi: Innovazione per l’inclusione sportiva” proposto da Fondazione Giuseppe Manni ETS e Comune di Verona in occasione delle Paralimpiadi invernali 2026. Una ricerca pionieristica sullo sport come terapia inclusiva, curata dal prof. Federico Schena del Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimenti dell’Università di Verona.
Il progetto si propone di sviluppare strategie e strumenti innovativi per aumentare l’interesse verso l’attività sportiva fra le persone con disabilità. Lo scopo della ricerca è rendere lo sport più accessibile e stimolante, promuovendo così la sua adozione come terapia e prevenzione secondaria per condizioni legate alla sedentarietà, quali patologie cardiache, diabete e obesità.
“L’appuntamento con le Olimpiadi e delle Paralimpiadi invernali 2026 ci coinvolge e ci impegna positivamente ormai da diversi mesi – sottolinea il sindaco di Verona Damiano Tommasi –. L’approccio che è stato dato a questo progetto è in linea con quanto crediamo debba essere portato avanti attraverso lo sport, che in questo caso diventa terapia alla quale riferirsi per accrescere nelle persone con disabilità l’interesse verso queste attività e non solo. Sono piccoli e grandi segnali che vogliamo dare alla città nei prossimi mesi fino ad arrivare alle cerimonie Olimpiche, per lasciare delle testimoni anche che raccontino lo sport e il valore del praticarlo”.
“La salute fisica, mentale e sociale dei cittadini e delle cittadine è la priorità della Rete Città Sane – precisa la consigliera comunale delegata per la Rete Città Sane – OMS Annamaria Molino – ma per perseguire questo risultato il Comune non può essere solo. Questi obiettivi si raggiungono solo attraverso la collaborazione con le istituzioni, le associazioni e le fondazioni. La ricerca di cui trattiamo oggi è nata dalla collaborazione tra l’Università di Verona e la Fondazione Manni, una fondamentale realtà del territorio veronese che in questi anni ha portato avanti numerose attività in favore della comunità”.
“Lo sport – delucida il presidente di Fondazione Manni Francesco Manni – è uno strumento prezioso nella cura e nel miglioramento della qualità della vita. Come dimostrato dalla nostra ricerca legata alle Paralimpiadi, lo sport non è solo competizione, ma un vero e proprio ausilio terapeutico che favorisce il benessere fisico e psicologico, soprattutto per le persone con disabilità. Sono profondamente orgoglioso che oggi possiamo presentare questo progetto innovativo, insieme ad altre importanti ricerche che la Fondazione Giuseppe Manni sta sostenendo. È una chiara testimonianza del nostro impegno concreto a supporto della comunità, della ricerca universitaria e ospedaliera della città di Verona. Il nostro intervento non è solo un segno di collaborazione, ma una promessa di continuità e di dedizione verso il progresso scientifico e sociale del nostro territorio”.
Progetto congiunto “Paralimpiadi: Innovazione per l’inclusione sportiva”.
La ricerca, in corso d’opera dall’estate di quest’anno, è condotta da un team di circa 10 ricercatori suddivisi in tre gruppi, specializzati in fisiologia, composizione corporea e psicologia/educazione.
Durante questo primo anno verrà sviluppato un modello innovativo che potrà essere applicato anche agli sport non invernali. Nel secondo anno, tra il 2025 e il 2026, il modello sarà sperimentato su una popolazione di circa 100 persone, con la possibilità di estendere l’applicazione in sedi delle Olimpiadi invernali.
Questo approccio rispecchia pienamente la missione della Fondazione Giuseppe Manni ETS di sostenere la ricerca scientifica per il miglioramento della salute e del benessere, e si inserisce nel quadro dell’adesione del Comune di Verona alla Rete Città Sane, un network di città impegnate a promuovere stili di vita sani e inclusivi.
“Attraverso un approccio scientifico e un gruppo interdisciplinare che mette insieme persone con competenze diverse – dichiara il professor Federico Schena –, si cerca di sviluppare un cambio di abitudini nelle persone con disabilità, perché possano introdurre nel loro stile di vita l’attività motoria e lo sport e lo possano fare sempre di più, sempre meglio e in un numero sempre più ampio. E’ questo l’obbiettivo che ci poniamo”.
Il progetto viene proposto poco dopo il primo Planetary Health Festival di Verona, un’iniziativa di rilievo internazionale che ha integrato scienza, salute e sostenibilità, a cui la Fondazione Manni ha contribuito con tre interventi di alcuni dei suoi ricercatori, nell’ambito dello Sport paralimpico e attività fisica per l’inclusione e la qualità della vita; della Diagnosi precoce dei disturbi dello spettro autistico: Stato dell’arte e prospettive future; dell’Insonnia cronica: prepariamoci alla Terapia Digitale.
L C