Verona , prima variante urbanistica sul recupero dei “Vuoti a rendere”.

La giunta comunale ha  esaminato la relazione dell’assessore Ilaria Segala che di fatto dà il via alla stesura del Documento del sindaco, che, come previsto dalla legge regionale, indica i criteri e le priorità per una nuova visione della città pubblica, puntando ad una pianificazione caratterizzata dal minor consumo del suolo, dalla rigenerazione urbana, dal recupero delle aree dismesse e dalla tutela del verde.

Per quanto riguarda il contenimento del consumo del suolo, l‘obiettivo è quello di limitare le nuove costruzioni, a vantaggio del recupero di quelle esistenti. 
Mentre  la rigenerazione urbana è la base della pianificazione urbanistica  che l’amministrazione, vuole applicare negli ambiti urbani degradati,  come quello edilizio (in presenza di un patrimonio architettonico di scarsa qualità o obsoleto), urbanistico (dove vi sia un impianto urbano disorganico o incompiuto), socio-economico (immobili in condizioni di abbandono o utilizzati impropriamente) e ambientale (dove le condizioni naturali risultano compromesse).
Infine, per il recupero delle aree dismesse, si punta a dare nuova vita a fabbricati dismessi o utilizzati sono in parte, edifici di varia natura disseminati su tutto il territorio i cosiddetti ” Vuoti a rendere “.
Nei mesi  scorsi l’Amministrazione ha coinvolto associazioni di categoria, ordini professionali e investitori,con l’obiettivo di mappare i siti e le aree dismesse private presenti sul territorio comunale per raccogliere progetti e proposte di riqualificazione.
La prima variante urbanistica dell’ Amministrazione comunale sarà incentrata proprio sui ‘Vuoti a rendere’, per cambiare volto a quelle zone degradate della città inserendole in un processo di armonizzazione col tessuto urbano esistente.
Le segnalazioni interessano immobili e aree non utilizzate in tutte le zone della città. Riguardano, ad esempio, alcuni prefabbricati di Basso Acquar che oggi sono utilizzati come depositi, prevedono spazi destinati allo sport e alle attività legate al tempo libero, come ristoranti e servizi alla persona.

In Lungadige Galtarossa, invece, la proposta è quella di riconvertire il capannone occupato dall’ex conceria Rossi in una serra termale, attraverso un progetto che prende spunto dal padiglione austriaco realizzato all’Expo di Milano.
Sempre in Lungadige Galtarossa, ma nell’area vicina al “Coworking 311”, la proposta è quella di realizzare una struttura destinata al direzionale, commerciale e artigianale.
A Montorio, si propone di riconvertire il vecchio lanificio, recuperando gli edifici di interesse storico e dotandole di nuove funzioni di residenziale, commerciale e terziario per offrire servizi al centro abitato. Per l’ex centrale del latte, lungo strada Bresciana, l’idea è quella di rinnovarla in ambito commerciale.
“Il documento conterrà le linee di sviluppo per Verona dei prossimi 20 anni , spiega il sindaco Federico Sboarina . E’ la nostra idea di città, caratterizzata da quegli elementi che riteniamo fondamentali e qualificanti per il territorio e per i suoi abitanti. Primi tra tutti, la tutela della salute dei cittadini e lo sviluppo sostenibile. Sono questi i valori che contraddistinguono la mia Amministrazione e sui quali ci basiamo per progettare il futuro della città. Lo facciamo con una prospettiva completamente ribaltata rispetto al passato, in cui è la politica ad indirizzare il futuro e a ricomporre la frammentazione della città attraverso una visione complessiva e condivisa”.
“Partiamo con una variante ad hoc, incentrata sul recupero di aree inutilizzate ma con grandi potenzialità per il contesto in cui sono inserite , afferma l’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala . Gli uffici sono già al lavoro e per velocizzare il processo di rigenerazione urbana, assegneremo le destinazioni urbanistiche ritenute congrue attraverso un unico atto. La campagna ‘Vuoti a rendere’ ha avuto un esito molto positivo, con un buon numero di proposte arrivate. Ciò conferma l’interesse, a livello cittadino, sul tema della rigenerazione urbana e del recupero delle aree dismesse. Terminato questo periodo di emergenza, il bisogno di ripartire toccherà anche questo ambito. Lavoriamo per arrivare pronti e con gli strumenti più adeguati”.
G R