Sindaci dei capoluoghi veneti chiedono autonomia su ripartenza economica.

“Chiediamo di parlare direttamente con il premier Conte. Noi sette sindaci capoluogo del Veneto vogliamo che ci sia data la possibilità di portare, con la guida della Regione, i nostri territori fuori dall’emergenza economica in tempi rapidi e con misure efficaci”.

Il sindaco Federico Sboarina commenta così la richiesta, condivisa da Venezia, Padova, Treviso, Belluno, Vicenza e Rovigo, e inviata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’iniziativa parte da Anci Veneto, presieduta dal sindaco di Treviso Mario Conte, per un incontro urgente.
Una decisione maturata dopo il Dpcm firmato l’altra sera, definito deludente da tutti i sette sindaci e che rischia di aggravare ulteriormente la situazione in cui si trovano categorie economiche e commercianti.
Due le questioni più urgenti da affrontare, su cui gli amministratori chiedono di poter agire:
  • La riapertura delle attività commerciali, per le quali il protrarsi della chiusura potrebbe avere conseguenze devastanti.
  • La gestione dei servizi per l’infanzia, con nidi, materne e strutture dedicate che devono anch’esse procedere verso una graduale ripresa delle attività per andare incontro alle famiglie.
“Nessuno meglio di noi conosce le specificità del nostro territorio , aggiunge Sboarina . Non faremo un passo indietro, rappresentiamo milioni di abitanti e aziende efficienti, ci aspettiamo di essere ascoltati. La Regione Veneto ha dimostrato in queste settimane di essere stata in grado di affrontare la fase 1 dell’emergenza sanitaria, che ha colpito in modo diverso le varie regioni, diverse per specificità e territorio. Perciò adesso chiediamo legittimamente, con la regia della Regione, di poter gestire la fase 2 e in particolare due aspetti che sono stati completamente esclusi dal decreto dell’altra sera, che ci trova tutti concordi nel definire deludente e inadeguato. Mi riferisco alla riapertura delle attività commerciali, per le quali il protrarsi della chiusura potrebbe avere conseguenze devastanti, e la gestione dei servizi per l’infanzia, con nidi, materne e strutture dedicate che devono anch’esse procedere verso una graduale ripresa delle attività, unica soluzione per dare servizi alle famiglie con figli quando riprenderanno il lavoro. Abbiamo proposte concrete, sia per la gestione e riapertura di nidi, materne e centri estivi sulla base di protocolli condivisi”.
G R