Verona, probabile apertura di palestre, piscine e biblioteche.

Nei prossimi giorni potranno tornare in attività  gli impianti sportivi (palestre e piscine),  ma solo per l’allenamento agonistico, ossia solo per i  tesserati di società e federazioni che partecipano a campionati e tornei.

Infatti, secondo il documento firmato dal governatore Luca Zaia, è consentita l’attività motoria e sportiva solo in funzione dell’allenamento agonistico, ovviamente a porte chiuse. Visto il numero di strutture dislocate sia sul territorio comunale che su quello provinciale, e le migliaia di atleti che potrebbero tornare ad allenarsi, servirà qualche giorno per garantire l’apertura uniforme in sicurezza. Il che vuol dire pulizia degli spazi e una linea comune per i 98 comuni del veronese, in modo da garantire le stesse possibilità a tutte le società sportive.

L’ ordinanza prevede anche l’ apertura delle biblioteche, ma solo limitata ai prestiti librari, all’ interno del sistema bibliotecario cittadino.

“Ci stiamo organizzando per dare attuazione quanto prima a queste nuove direttive, introdotte ieri sera dall’ ordinanza regionale  ha spiegato questa mattina il sindaco Federico Sboarina, durante la diretta streaming . Assieme alla Provincia siamo pronti ad adottare una linea comune, in modo da assicurare pari opportunità a tutte le società, sia che si allenino negli impianti cittadini, che il comune dà in gestione, sia che lo facciano nelle palestre delle scuole sparse sul territorio provinciale. Criterio fondamentale è che si faccia sport a livello agonistico, non si tratta quindi della partita di calcetto tra amici ma dell’allenamento della squadra che partecipa ad un campionato. Comunicheremo quanto prima i tempi di riapertura a tutti gli interessati, che poi dovranno organizzarsi per riprendere l’attività in sicurezza come previsto dalle normative. Allo stesso modo anche per tutte le biblioteche cittadine servirà qualche giorno per effettuare la sanificazione e riaprire così in sicurezza, solo per il servizio prestiti”.

Dopo la manifestazione di sabato sera, in piazza Erbe, dove il sindaco ha ricevuto dal presidente di Confcommercio Paolo Arena le istanze degli esercenti da sottoporre al governo, questa mattina il primo cittadino ha partecipato alla videoconferenza “Ci metto la faccia” organizzata da Confartigianato.

“Sono passate quasi tre settimane da quando, a gran voce, insieme a tutte le categorie economiche e ai sindaci del Veneto, abbiamo chiesto di eliminare i codici Ateco , ha sottolineato Sborina , consentendo invece la riapertura a tutti coloro che garantiscono la sicurezza di lavoratori e clienti. Continueremo a battere i pugni sul tavolo e a fare massa critica perché le nostre istanze vengano ascoltate a Roma. L’unico soggetto che può autorizzare le riaperture è, infatti, il governo. In questo momento le manifestazioni estemporanee non servono a niente perché si disperdono. Trovo assurdo che ci sia qualcuno che cerca di sfruttare politicamente il grido di dolore dei nostri imprenditori. Non ci devono essere Montecchi e Capuleti, ne va del futuro del nostro territorio. È giusto che, finalmente, anche alle nostre latitudini ci si unisca e si portino a casa interventi specifici. Dobbiamo fare massa critica per fare pressing incisivo sull’unico tavolo che può decidere: quello del governo. Tanti nostri imprenditori, commercianti, negozianti, artigiani da più di due mesi hanno chiuso le loro attività, in maniera responsabile. Ora, altrettanto responsabilmente, chiedono di tornare a lavorare. Ci sono ditte a gestione familiare che non possono ancora riaprire, nonostante si tratti di lavoratori che vivono assieme, nella stessa casa. Stiamo vivendo un dramma, una tragedia per tanti nostri concittadini, e per le loro famiglie, così come per l’intero tessuto economico veronese. La vera fase 2 ci sarà solo quando si farà tornare a lavorare le imprese in sicurezza”.

A Verona le persone in quarantena ieri erano 804. Si tratta sia di veronesi risultati positivi al Covid-19, sia dei loro contatti sociali in isolamento preventivo. Il 28 aprile se ne contavano 866, mentre il primo aprile, giornata di picco dell’intera emergenza, erano ben 1275. Un calo costante di settimana in settimana che, come ha concluso il sindaco “non significa che l’emergenza è terminata ma che, quanto prima, si può riaprire adottando le misure necessarie a evitare nuovi contagi. Se, infatti, nella fase 1 l’arma migliore era quella di stare a casa, nella fase 2 combattiamo il virus con mascherine, guanti e distanze di sicurezza”.

G R