«Pensavamo di essere degli immortali, non è così», ad affermarlo ai microfoni di TorinoToday è Pietro Fanna uno dei calciatori del Verona del miracolo, quello che nella stagione calcistica 1984/85 vinse a sorpresa il campionato di calcio di Serie A. Lui, insieme a Giuseppe Galderisi, Roberto Tricella e Domenico Volpati non sono voluti mancare mercoledì 17 agosto, all’ultimo appuntamento con Claudio Garella, il personaggio ormai che definiscono «il loro portierone». Colui che in quella stagione difese la porta veronese contribuendo alla vittoria del suo primo e storico scudetto. Quello successivo, altrettanto storico, Garella lo vincerà dopo due anni a Napoli, assieme a Maradona.
Il legame tra quei giocatori è ancora molto forte, a testimoniarlo le lacrime e gli abbracci dentro i quali stringono prima e dopo la cerimonia funebre la moglie di Garella Laura e le due figlie Chantal e Claudia: «Al di là di quel che abbiamo fatto in campo credo che la bellezza di tutto quel che abbiamo vissuto è quel rapporto umano che si era creato fuori dal campo, – racconta Giuseppe Galderisi – io sono legatissimo alla famiglia e a una persona che era meravigliosa con la quale ho pianto, riso e scherzato. Anche se da lontano è sempre stato presente nel mio cuore e in quello di tutti i ragazzi del Verona».
«Abbiamo voluto salutare Claudio perché oltre che essere il nostro portierone dello scudetto, era un caro amico con il quale si condivideva soprattutto la tavola», rimembra Domenico Volpati che poi svela addirittura un retroscena: «Lui aveva sempre problemi di peso e c’era mister Bagnoli che tutti i martedì lo controllava. Era sempre fuori, faceva fatica a rientrare nel peso e noi il martedì eravamo sempre lì tutti attenti per scherzarci su».
«Io sono stato quattro anni con lui. – afferma ancora Roberto Tricella che fu il capitano del Verona campione d’Italia – Siamo passati dalla vittoria della Serie B a quella del campionato di A. Ricordi sono tantissimi e indelebili nella memoria. Abbiamo passato insieme un periodo straordinario della nostra vita».
«Il nostro portierone ci ha lasciato. Qualche mese fa quando è mancato Ciccio Mascetti, il nostro direttore sportivo, scherzando ci chiedevamo chi sarebbe stato il primo dei giocatori. Era un grande portiere e un grande professionista. Amarezza, tristezza. Pensavamo di essere degli immortali, non è così», commenta rattristito Pietro Fanna. In ogni caso, dopotutto, quel Verona, e questi giocatori, ugualmente immortali nel ricordo dei propri tifosi già lo sono e lo resteranno per l’eternità.
L C
Fonti: https://www.veronasera.it/