Aumentano le vittime sul lavoro: Verona al terzo posto nella Regione Veneto

Solamente nel primo semestre del 2022 sono 47 le vittime sul lavoro nella Regione Veneto: 33 decedute “in occasione di lavoro” e 14 “in itinere”, vuol dire nel percorso da casa alla sede di lavoro. Lo scorso anno erano 40 in totale. Perciò sono 7 decessi in più del 2021. Così il Veneto, stando ai numeri dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre, rimane fermo al secondo posto nella graduatoria nazionale per numero di decessi lavorativi, immediatamente dopo la Lombardia (52). Sono 342 in tutta Italia. Ebbene con questi dati il Veneto si mantiene purtroppo ancorato alla “zona arancione” nella mappatura dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre.
«Continuare a rimanere in zona arancione significa vivere in un’area ad elevato rischio di morte sul lavoro. Perché – afferma il presidente dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre Mauro Rossato – si tratta di un rapporto tra infortuni e popolazione lavorativa ben superiore alla media nazionale. Tra l’altro è opportuno precisare che in questi numeri sono quasi completamente spariti gli infortuni mortali per Covid. Ciò fa concludere che gli infortuni mortali accaduti durante il lavoro, esclusi i casi Covid, sono aumentati ancor di più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso».
Per agevolare la lettura dei dati sul rischio di morte sul lavoro, l’Osservatorio mestrino ha ideato ed elaborato la mappatura del rischio di morte sul lavoro, dividendo l’Italia a colori proprio alla stregua della mappatura utilizzata durante l’emergenza pandemica. La zona arancione, quella in cui rientrerebbe appunto il Veneto, è la fascia che – dopo la rossa – raggruppa le Regioni con l’incidenza tra le più alte per gli infortuni mortali sul lavoro e dunque superiore alla media nazionale.
Infatti da gennaio a giugno 2022 il Veneto, restando ai dati dell’Osservatorio, avrebbe «un’incidenza infortunistica di 15,9, compresa tra il valore medio nazionale (15,2 morti sul lavoro ogni 1.000.000 di occupati) ed il 125% dell’incidenza media nazionale». E anche se il Veneto «rientri in zona arancione», buona parte delle province venete «si trovano in zona rossa, ad eccezione di Padova e Treviso che sono nella più virtuosa zona bianca». Rovigo risulterebbe «la provincia veneta in cui i lavoratori rischiano di più (indice di incidenza pari a 32,3 contro una media regionale di 15,9». Seguono «Verona (24,8), Belluno (23,3), Venezia (23), Vicenza (21,4)». A Padova e a Treviso l’incidenza «scende a 2,6». Per quanto riguarda il numero dei decessi in occasione di lavoro, nei primi sei mesi del 2022, «sono 33 e vengono rilevati in provincia di Verona (10), Vicenza e Venezia (8), Rovigo (3), Belluno (2), Padova e Treviso (1)».
Nel primo semestre dell’anno, sempre in base ai dati noti dall’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre, aumentano del 38% le denunce di infortunio totali: erano 33.312 a fine giugno 2021, sono 45.814 nel 2022. Sanità, attività manifatturiere, trasporti e costruzioni sono i settori più colpiti.
Spetta alla provincia di Treviso la “maglia nera” in Regione Veneto per il più elevato numero di denunce totali di infortunio: 9.020. Di seguito abbiamo Vicenza (9.016), Verona (8.510), Venezia (8.369), Padova (7.398), Belluno (1.853) e Rovigo (1.648). Come ultimo punto è da notare che sono 19.108 le denunce delle donne lavoratrici e 26.706 quelle degli uomini.

L C

Fonti: https://www.veronasera.it/