Consumi e consumatori al tempo del COVID-19.

 

Consumi e consumatori al tempo del COVID-19.

Come sono cambiati i consumi durante il COVID-19? Cos’è successo alle relazioni sociali, alle famiglie e alle persone? Quale futuro ci attende? Queste sono alcune delle domande a cui risponde il “Terzo rapporto dell’Osservatorio sui consumi delle famiglie. Consumi e consumatori al tempo del COVID-19”, volume, pubblicato nell’ottobre 2021 da Franco Angeli, e curato da Luigi Tronca, professore ordinario di Sociologia generale, e Domenico Secondulfo, già professore ordinario di Sociologia generale dell’Ateneo , che ha coinvolto 2.054 individui maggiorenni residenti in Italia.

“Viviamo un periodo particolarmente complesso e drammatico, spiega Tronca nell’Introduzione del volume. La pandemia di COVID-19 costituisce, a detta di un crescente numero di studiosi, uno spartiacque per una grande quantità di fenomeni sociali. Le dimensioni politiche […] quelle economiche, quelle delle reti primarie e quelle associative e della socievolezza, in senso più ampio, delle società contemporanee presentano i segni di profondi mutamenti collegati alla catastrofe della pandemia di COVID-19”.

Lo studio evidenzia, tra le altre cose, che:

  • il 39,3% dei partecipanti considera sufficiente la situazione economica familiare, che consente, quindi, di soddisfare le principali esigenze ma con delle rinunce,
  • il 37,1% la ritiene buona, cioè tutte le esigenze sono soddisfatte ma senza riuscire a risparmiare,
  • il 13,2% la considera ottima, riuscendo anche a risparmiare.
  • il 10,4%, la considera precaria, dovendo sempre rinunciare a degli acquisti.

Il Nord-ovest si presenta come l’area geografica del Paese in cui è più incidente la situazione economica ottima, che riguarda il 16,9% dei partecipanti, mentre le Isole fanno registrare il valore percentuale più basso, pari all’8,0%. Nelle Isole, si registra, peraltro, la maggiore incidenza della situazione precaria, che riguarda il 14,4% dei partecipanti, mentre il Nord-est, con un valore percentuale del 5,3%, fa registrare la minore incidenza di questa condizione.

L’indagine, che ha utilizzato anche gli strumenti della Social Network Analysis, ha consentito di identificare la quantità media di soggetti sui quali si può contare, per ricevere supporto o aiuto in caso di bisogno nel corso della vita quotidiana. L’indagine ha, in sostanza, consentito di scoprire il fenomeno del pandemic brokerage, per il quale, in concomitanza con la pandemia di COVID-19, tendenzialmente, torna a crescere la dimensione dei reticoli di sostegno ma continua a calare la loro coesione interna.

L’indagine ha, inoltre, permesso di registrare la percentuale di coloro che avevano una corretta percezione delle disposizioni normative in materia di COVID-19 vigenti nella propria zona di residenza:

  • il 10,4% ha indicato una percezione diversa del colore assegnato alla zona di residenza e, in particolare
  • il 5,8% ha indicato una condizione meno restrittiva rispetto a quella in vigore
  • il 4,6% ne ha indicata una più restrittiva

L’indagine è stata finanziata dal Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Verona, che ha contribuito anche alla pubblicazione del volume, alla cui stesura hanno partecipato, insieme a Luigi Tronca e Domenico Secondulfo, Luca Mori, Sandro Stanzani, Francesca Setiffi, Debora Viviani, Lorenzo Migliorati, Paola Di Nicola e Marco Carradore.

Il “Terzo rapporto dell’Osservatorio sui consumi delle famiglie. Consumi e consumatori al tempo del COVID-19”, pubblicato in open access, è reperibile al seguente indirizzo web.

G.R.