Si è svolta nel pomeriggio di oggi a Palazzo Barbieri la tappa conclusiva delle attività realizzate nel corso della settimana da un nutrito gruppo di trenta di giovani alla base scout Airone di Erbè, il campo di Estate Liberi, promosso da Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Un luogo simbolo di riscatto che, dal 2011, grazie al gruppo scout Tartaro Tione 1 e all’Agesci, accoglie da tutta Italia volontari per esperienze di impegno civile, educazione alla legalità e crescita comunitaria.
I ragazzi e le ragazze sono stati impegnati in sala Arazzi in un incontro-confronto sulle iniziative sostenute dall’Amministrazione in favore della valorizzazione del patrimonio pubblico, bene da condividere e vivere da tutti e tutte, e della tutela del territorio dalle gravi contaminazioni mafiose.
Presenti il sindaco Damiano Tommasi, l’assessore ai Giovani e alle Pari opportunità Jacopo Buffolo, Pierpaolo Romani Coordinatore Nazionale Avviso Pubblico e Rossella Russo Referente provinciale Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
“Quella di oggi – ha evidenziato il sindaco Damiano Tommasi – è divenuta una tappa finale abituale, che consente ai giovani coinvolti di avere un confronto diretto con le istituzioni cittadine. Questa iniziativa va avanti ormai da anni ad Erbè, uno luogo confiscato alla mafia, e ci consente, soprattutto con il coinvolgimento di tanti ragazzi e ragazze nel periodo delle vacanze, di farci riflettere su quello che può essere il vero significato del rigenerare gli spazi nel segno della legalità. Una esperienza formativa importante resa possibile grazie alla partecipazione di associazioni, scout, e di chi da anni si occupa della promozione della legalità e della lotta alle mafie come Avviso Pubblico, di cui il Comune è partner”.
Rivolgendosi alle ragazze e ai ragazzi il sindaco ha sottolineato il valore dell’impegno in prima persona, ribadendo che è importante esserci e occupare sempre di più gli spazi della legalità. “E’ ciò che stiamo facendo noi come Amministrazione impegnandoci contro l’immobilismo.
Consapevoli del radicamento conclamato delle mafie sul nostro territorio, ricordo che come Comune capofila stiamo portando avanti, con l’assessora alla Legalità Stefania Zivelonghi, assieme alla Provincia e con il supporto di Avviso pubblico, la richiesta di avere qui a Verona una sezione della DDA e della DIA organi inquirenti e giudicanti sul tema delle mafie, che rappresenterebbero una lente di ingrandimento più prossima al nostro territorio. Iniziativa che sottolineo ha ottenuto l’adesione dei 98 comuni della provincia di Verona, dimostrando che non si tratta di un tema politico o partitico, ma di comune difesa del bene pubblico”.
“La gestione condivisa e partecipata dei beni comuni è uno degli strumenti concreti che abbiamo per contrastare la criminalità organizzata – ha sottolineato l’assessore Jacopo Buffolo –. Quando un bene viene confiscato e restituito alla collettività, attraversato da giovani, famiglie, cittadini, stiamo lanciando un messaggio forte: quei luoghi non solo vengono sottratti alla criminalità, ma diventano simbolo di riscatto e di democrazia attiva. Anche a Verona, un territorio tutt’altro che immune da infiltrazioni mafiose – come dimostrano diverse inchieste – è fondamentale presidiare questi spazi con progettualità che coinvolgano la cittadinanza, in particolare le nuove generazioni. È nel confronto quotidiano, nella trasparenza amministrativa, nella conoscenza dei diritti e nel pensiero critico che si costruisce la vera alternativa alla cultura mafiosa. Promuovere l’educazione civica, la conoscenza del funzionamento della pubblica amministrazione, la storia delle mafie e delle resistenze civili è essenziale per formare cittadini consapevoli, capaci di riconoscere le dinamiche del potere mafioso e di opporvisi con strumenti democratici”.
“Una grande esperienza educativa e formativa, molto reale e concreta. Viverla in un bene confiscato dimostra che è possibile sconfiggere le mafie – ha sottolineato Pierpaolo Romani –. Togliere ciò che le mafie hanno conquistato calpestando i diritti ci consente di far diventare spazi e luoghi uno strumento e un modo di vivere per chi i diritti li riconosce”.
“Studiare e discutere insieme questi fenomeni – spiegano gli organizzatori – significa denunciare lo sfruttamento che calpesta la dignità delle persone e proporre alternative di giustizia sociale e lavoro pulito”.
L’edizione 2025 di Estate Liberi è stata dedicata non solo alla memoria e alla lotta contro le mafie, ma anche alla riflessione sui diritti dei lavoratori. Il tema scelto, “Libera il lavoro”, nasce dalla collaborazione ormai decennale con lo SPI CGIL Verona.
Particolare attenzione è stata dedicata al fenomeno del caporalato, una delle espressioni più gravi dell’agromafia, che sfrutta manodopera – soprattutto agricola – attraverso intermediari illegali. Anche in Veneto, come dimostrano recenti inchieste a San Bonifacio e nell’area del lago di Garda, la Guardia di Finanza ha portato alla luce reti di sfruttamento e assunzioni irregolari che hanno coinvolto decine di lavoratori.
Le attività svolte al campo
I volontari, provenienti da tutta Italia, hanno partecipato a: lavori manuali di recupero del bene (sistemazione aree verdi, bosco, ex stalla cavalli); momenti di formazione con testimoni di giustizia, familiari di vittime innocenti delle mafie; attività di socialità e cultura, con spettacoli e incontri aperti alla cittadinanza.
Il campo di Erbè è reso possibile grazie al lavoro congiunto di: Libera Verona; SPI CGIL Verona; UDO Veorna, – Rete degli studenti medi; Arci Yanez Verona; il comitato di gestione della base scout Airone e il gruppo scout Tartaro Tione 1; la FIAB Amici della Bicicletta di Isola della Scala.