Premio giornalistico nazionale ​”Natale UCSI”​ 2023

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Questa ventinovesima sarà un’edizione speciale per il premio ​giornalistico ​nazionale ​”Natale UCSI”​ promosso dall’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) sezione di Verona​: si è commemorato sia il centenario della nascita di Giuseppe Faccincani, giornalista veronese, cui il riconoscimento è intitolato, sia il presidente emerito della giuria don Bruno Cescon, recentemente scomparso.

La cerimonia di premiazione, svoltasi in sala Arazzi del Comune di Verona, è stata molto partecipata, rendendo per l’occasione l’incontro particolarmente coinvolgente.

Il presidente UCSI Verona Stefano Filippi ha introdotto, sottolineando l’altissimo numero di candidature giunto, “ben 180 da tutta Italia, a dimostrare la vitalità e l’attualità del riconoscimento”.

In rappresentanza del Comune di Verona e del sindaco Damiano Tommasi, hanno presenziato gli assessori Italo Sandrini (Terzo settore e Relazioni con il territorio) e Luisa Ceni (Politiche sociali e abitative, Tributi e Polo castastale). Il primo ha sottolineato la rilevanza del terzo settore, terzo solo di nome, che «viene menzionato solo nei casi emergenziali, ma in realtà il lavoro è su tutto l’anno, quotidianamente: si lavora in silenzio e chi opera va giustamente valorizzato».

Ceni ha apprezzato il premio per saper «non raccontare, quanto proprio dire il bene che ogni giorno avviene nella nostra nazione: accende la speranza e ne abbiano tanto bisogno».

Silvia Bacilieri ha portato la voce di Fondazione CattolicaVerona e del presidente Paolo Bedoni: «Siamo fieri di essere  accanto al progetto da anni: si è rivelato un investimento in termini sociali e culturali, scrigno di valori. Lo vediamo come una catena formata da anelli: il primo rappresentato dalle persone portatrici di storie eccezionali, il secondo dall’incontro con i giornalisti, il terzo dagli sguardi che colgono il valore delle storie, infine le competenze che permettono di raccontare, evidenziando le persone e il bene. Il numero cresciuto di candidature ci conforta, significa che il bene si cerca sempre di più».

Prima della consegna dei premi, è stato tributato un omaggio a don Bruno Cescon e a Giuseppe Faccincani. Il primo, presidente del “Premio Natale Ucsi” sin dall’inizio, come rammentato da Filippi, «ne ha condiviso lo spirito con entusiasmo. Con professionalità e garbo ha accompagnato la giuria nella scelta dell’espressione del “bene che non si vede.

Aveva compreso che il giornalismo poteva riscattarsi: non solo cronaca e lettura dei fatti ma ricerca e lettura del bene, perché diceva: “l’uomo può fare il male e nello stesso tempo fare il bene”; noi giornalisti aggiungeva, dobbiamo dare speranza al lettore nel presentare anche il bene, in particolare quello che non fa pubblicità».

Stima profonda anche nelle parole riportate del vescovo di Trento, Lauro Tisi: «Gli operatori della comunicazione delle nostre diocesi e l’intera Chiesa del Triveneto esprimono riconoscenza per il servizio reso con passione ecclesiale e competenza professionale da don Bruno Cescon. Sacerdote di robusta formazione anche in campo pedagogico e liturgico, spiccava per l’originale capacità di leggere i “segni di tempi”. Li interpretava attraverso una penna limpida e vivace, apprezzata anche in organi di informazione laici (come Il Gazzettino e l’Agenzia Adn Kronos) e nei vent’anni di direzione de “Il Popolo”, settimanale diocesano di Concordia-Pordenone, dal 1996 al 2006.

Pioniere nelle innovazioni tecnologiche, le promosse anche come vicepresidente della FISC, la Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici. Ha sempre abbinato il servizio di parroco all’impegno nella comunicazione e nella scrittura, grazie alla quale ci ha lasciato alcuni libri preziosi. Come sostenitore instancabile del Premio giornalistico UCSI ci ha rivelato un’attenzione speciale per il coinvolgimento dei giovani dentro redazioni che considerava palestre di crescita nel senso ecclesiale e nella correttezza deontologica.

Di questo dobbiamo tutti essere sinceramente grati a don Bruno».

Il secondo era il “profe” del giornalismo veronese. Così nella dicitura a memoria, relativa all’iniziativa del premio Ucsi lanciata da Gianfranco Tommasi, veterano storico della sezione veronese dell’associazione: «Se riuscissimo a rianimare quel certo modo di intendere la professione che oggi sta cadendo in disuso, quel sapere cogliere ogni notizia, anche quelle che non rivelano solo il “mal fare” o “mal essere”, ma anche il bene…. Se riuscissimo ad incoraggiare i colleghi a non avere paura di dar voce alla speranza…».

Maria Fiorenza Coppari, presidente del Consiglio di disciplina territoriale dell’Ordine dei

giornalisti del Veneto, ha ritratto Bruno Cescon come «sacerdote di profonda fede, cultura e simpatia umana e giornalista dotato di grande capacità di analisi. Un intellettuale che ha

condiviso il progetto del Premio Ucsi sin dagli esordi. Ha avuto il coraggio di appoggiare un

concorso giornalistico inclusivo che intendeva superare i recinti dell’autoreferenzialità, non

limitandosi a considerare solo l’informazione cattolica. Grazie al sostegno mai incrinatosi di don Bruno, il Premio ha continuato ad essere rivolto a tutti i giornalisti che vivono la

professione nel rispetto della verità e delle regole, raccontando l’agire di quanti offrono il

loro contributo alla realizzazione di una società più giusta, nello spirito delle libertà e dei

diritti sanciti dalla Costituzione e del dettato della Carità evangelica».

Don Luca Passarini, direttore di “Verona Fedele” e ufficio stampa Diocesi di Verona ha portato il saluto del vescovo Domenico Pompili, citandolo: «In un mondo di chiacchiere e rumore inutile ci sono parole sensate, che nascono dal silenzio e dalla capacità di ascolto».

Guia Faccincani ha parlato del papà,  «appassionato della comunicazione che non avesse solo effetto di attirare attenzione, scalpore, ma anche di avere potere positivo».

Stefano Lorenzetto, premio speciale della giuria “Giornalisti e società: la professione giornalistica al servizio dell’uomo”, sostenuto dalla CET-Conferenza Episcopale del Triveneto, ha smentito il “nemo propheta in patria”, «premiato la prima volta a Verona, nemesi benefica».  Ricordando sia il collega Faccincani, sia altri illustri quali Biagi e Montanelli, ha spiegato come si sia impegnato per sviluppare un giornalismo volto a narrare il bene, seguendo una predisposizione dell’anima, oltre che professionale.

Il saluto della Provincia è stato nella persona del consigliere Carla Padovani per il presidente Flavio Pasini: «Abbiamo tanto bisogno di notizie positive e non parlo tanto da amministratrice, quanto soprattutto da cittadina. Più facile parlare male che bene, ma i giornalisti possono davvero annaffiare l’uomo e farlo crescere. Scritta, una buona notizia diventa una grande speranza».

Il presidente UCSI nazionale Vicenzo Varagona ha condiviso la necessità di «empatia, ascolto con l’orecchio del cuore: sono gli inviti del Papa e io propongo anche utilizzare l’assenza di giudizio. Giornalismo costruttivo, come dice va Cescon: Ucsi sta lavorando per sostenere questo indirizzo, per offrire scenari nuovi per la professione».

Fra i partners Alessia Ceschi, neovicepresidente Cantina Valpolicella Negrar e prima donna a ricoprire tale carica nella storia della coop vinicola negrarese, ha elogiato i 90 anni della attività, oggi sempre più orientata alla qualità, alla sostenibilità, nonché realtà sensibile a iniziative come il Premio, encomiabile per »lo spazio dato ai giornalisti che raccontano storie drammaticamente belle».

Un incontro di grande spessore, conclusosi con un arrivederci al trentennale 2024.

Elisa Forte, del quotidiano La Stampa, ha trascritto di come un tredicenne per la prima volta si è sentito a casa dopo essere stato preso in affido da un ospedale; la dimostrazione che la solidarietà e lo spirito di accoglienza, vissuti in semplicità dal personale sanitario, stanno diventando patrimonio condiviso. Lidia Scognamiglio, Rai2/TG2 Medicina 33 (premio Ucsi-Fondazione CattolicaVerona alla TV), ha portato alla ribalta “zio” Leo, affetto da nanismo, che

ha aperto il suo mondo “dal basso verso l’alto”. E con simpatia e delicatezza mostra che la sua è tutt’altro che una vita da persona con disabilità. Enrico Galletti, RTL 102.5 (premio Ucsi-Fondazione CattolicaVerona alla Radio), ha narrato l’accoglienza in casa da parte di una famiglia di Padova verso una famiglia di marocchini sbarcati a Lampedusa, che dormiva in auto, novella Sacra Famiglia, perché per essa non c’era posto. Una scelta fatta nell’anonimato, perché “i gesti migliori spesso non hanno un nome”. Luisa Santangelo, FANPAGE (premio speciale Genio della donna – Fondazione Banca Popolare di Verona), ha descritto con bravura la preside di Palermo che è andata a prendere a casa i ragazzini perché tornassero a scuola:

un gesto materno e deciso per il bene dei giovani e dell’intera società, lottando con passione contro una piaga sociale infida come la dispersione scolastica. Oscar Maresca della Gazzetta dello Sport (premio speciale Targa Athesis del Gruppo Editoriale Athesis), ha raccontato di padre e figlio uniti dalla passione per il calcio e dalla gioia di vivere, sopperendo a ogni difficoltà, anche quelle di un ragazzino non vedente con un grande desiderio. Perché “si vede bene soltanto con il cuore”.

Il premio speciale della giuria “Giornalisti e società: la professione giornalistica al servizio dell’uomo”, sostenuto dalla CET-Conferenza Episcopale del Triveneto, è stato assegnato al giornalista e scrittore Stefano Lorenzetto che con le sue numerose interviste, diventate quasi un genere letterario, svela l’umanità delle persone e i loro ideali più profondi, valorizzando il bene che esse hanno operato a favore della collettività. Veronese di nascita, ha esordito nel 1975 sulle pagine de “L’Arena”, ampliando negli anni l’elenco delle testate su

cui sono apparsi i suoi articoli, dal “Corriere della Sera” a “L’Europeo”, “Capital” ed altre. Le 769 puntate della rubrica “Tipi italiani”, pubblicate su “Il Giornale” dal 23 giugno 1999 al 30 agosto 2015 lo hanno fatto registrare per cinque volte nel Guinness dei primati per la più lunga serie di interviste da un’intera pagina mai apparsa fino a oggi sulla stampa internazionale.

Due le menzioni speciali: Stampa a Sara Erriu di IVG, quotidiano digital di Savona, perché
«L’amore ha prevalso su tutto», insegnamento di una famiglia che ha adottato una neonata con sindrome Down, dopo aver accolto la loro quartogenita, anche lei con tale sindrome. Per il Genio della donna, il ricordo partecipe di “zia” Lina Chiaffoni, tra le fondatrici di Uildm (Unione italiana lotta alla distrofia muscolare) e fondazione Telethon, una vita dedicata alle persone con disabilità e alla ricerca, ad opera della veronese Valentina Bazzani di DM, rivista dell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare.

Accanto a Fondazione CattolicaVerona, da sempre vicina al premio, sostengono l’iniziativa il Comune di Verona, la Fondazione Banca Popolare di Verona, la Conferenza Episcopale del Triveneto (CET) e il Gruppo editoriale Athesis. Il premio è stato patrocinato dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti, dall’Ordine dei Giornalisti del Veneto e dall’UCSI nazionale. Come partner tecnici hanno partecipato la Cantina Valpolicella di Negrar, la Tipografia La Grafica Editrice, Il Rubiani (ristorante).

 

L C