Verona mira ad essere più inclusiva verso il benessere dell’intera cittadinanza

Verona mira ad essere una città più inclusiva che faciliti la vita di anziani, donne, bambine e bambini. Ecco perché è sempre più sentita l’esigenza di progettare i territori urbani prendendo con attenzione le differenze, pensando agli spazi pubblici come luoghi di aggregazione più equa, più orizzontale e più collaborativa.

Quindi in che modo l’urbanistica può incidere sulle diseguaglianze  che quotidianamente impattano sulla vita delle donne, in città che non sono certo costruite per facilitare la loro vita quotidiana?

Sulla precedente scorta del processo avviato a Milano, che ha da poco redatto il proprio Atlante di genere, Verona apre una riflessione su questo tema, in vista sia della revisione dei principali strumenti urbanistici, il Piano di assetto del territorio e del Piano degli interventi, sia della messa a terra del primo bilancio di genere proprio del Comune di Verona.

In quale modo arrivare ad una città i cui spazi pubblici e i servizi tengano conto del genere, ovvero dei diversi bisogni che hanno le donne e chi si occupa della cura delle persone? Prima di tutto mappando l’esistente e analizzando i dati, ad esempio con passeggiate esplorative nei quartieri oltre che i centro storico, per rendersi conto di persona dei percorsi che una donna deve affrontare ogni giorno e delle criticità che vi trova, dall’assenza di mezzi pubblici alla presenza di barriere architettoniche per chi deve spingere un passeggino o una carrozzina, fino alle percezione della sicurezza, che incide inevitabilmente sulla vita di donne e ragazze e sulle proprie scelte.

Milano Atlante di genere è parte della più larga ricerca  effettuata dall’associazione di promozione sociale (APS) Sex & the City, fondata nel 2022 da Azzurra Muzzonigro e Florencia Andreola, la quale osserva le città da un punto di vista di genere, e lo fa attraverso progetti specifici, teorici e pratici, incontri pubblici e progetti di ricerca. In questo modo, cerca di costruire un quadro capace di integrare la dimensione di genere nella riflessione sulla città, in modo tale da fornire alle amministrazioni pubbliche uno strumento utile a formulare politiche che possano organizzare gli spazi puntando al benessere dell’intera cittadinanza.

Proprio Florencia Andreaola è stata ospite mercoledì 28 giugno della Commissione consiliare quarta, ai quali commissari ha illustrato metodologia e obiettivo del lavoro svolto, che si propone di decostruire lo spazio urbano contemporaneo milanese mediante lenti di osservazione specifiche che consentano di leggere le risposte offerte alle esigenze delle donne e delle minoranze di genere. Il risultato è uno strumento teorico e pratico per pianificare contesti più inclusivi e attenti alle necessità dei molteplici soggetti e dei differenti corpi che abitano lo spazio urbano.

“Abbiamo ritenuto interessante approfondire lo studio effettuato a Milano per capire cosa significa e quali strumenti servono per orientare la pianificazione dell’assetto urbano e dello spazio pubblico dal punto di vista del genere, adattando la città a beneficio di tutti – ha chiarito il presidente della 4° Commissione Pietro Trincanato-. Molto interessante il percorso partecipativo necessario per registrare criticità e bisogni, un processo che a Verona ha già preso forma con alcune iniziative nei quartieri. Questo tipo di intervento come altri che seguiranno in Commissione è anche finalizzato a sensibilizzare i commissari e le commissarie in vista dell’elaborazione del PAT e del nuovo Piano degli interventi, secondo processi partecipativi per includere nella città che vogliamo costruire questi sguardi e queste esigenze che fino ad oggi sono stati completamente obliterati. L’intenzione è ora di portare avanti questa analisi con la collaborazione della commissione prima e della consigliera Verzè”.

L’urbanistica di genere rappresenta una svolta nella pianificazione cittadina della città per rendere anche Verona a misura di donne, ragazze e bambine – ha aggiunto ancora la consigliera con delega alle Pari opportunità  Beatrice Verzè-. E’ una rivoluzione culturale prima che urbanistica, ma grazie ad uno sguardo inclusivo, attento, competente e contemporaneo può avvenire più velocemente di quanto pensiamo. Dalla sicurezza al decoro urbano, dalla cultura ai servizi primari, il tema può contemplare diversi assessorati e campi di intervento. L’aps Sex and the city e in particolare la dott.ssa Andreaola, che abbiamo ospitato nella commissione presieduta dal presidente Trincanato ha portato il modello Milanese di ripensamento della città, di mappatura e di raccolta dati per offrire a cittadine e cittadini tutti gli strumenti per vivere in un contesto libero da impedimenti fisici e sociali. La politica e in particolare tutte le amministratrici e gli amministratori deve prendersi la responsabilità di avviare politiche che vadano in questa direzione, perchè Verona si adegui agli standard europei di città e soprattutto di civiltà”.

L C