Giorno del Ricordo: Verona accolse centinaia di profughi .

Con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, il Parlamento italiano ha ufficialmente riconosciuto il 10 febbraio quale “Giorno del Ricordo”, con l’obiettivo di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale .

Le foibe sono  cavità naturali, profonde anche centinaia di metri, che esistono nella regione del Carso. Alla fine della seconda guerra mondiale  il 10 febbraio 1947 vennero sottoscritti i trattati di Pace di Parigi che assegnarono alla Iugoslavia i territori dell’Italia orientale. Gli italiani che vivevano in Istria, in Dalmazia e nella città di Fiume furono costretti  ad abbandonare tutto e a fuggire in Italia.Tutti quelli che non riuscirono a passare il confine furono uccisi e gettati nelle fosse delle foibe.

Alla cerimonia di commemorazione sono intervenuti  il Prefetto Donato Cafagna, la presidente della Consulta provinciale degli studenti Camilla Velotta e la presidente del Comitato di Verona dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia-Anvgd Loredana Gioseffi e l’assessore alla Cultura Francesca Briani.

“Queste celebrazioni hanno cercato di restituire alla memoria nazionale una pagina che era stata completamente cancellata e che ancora oggi qualcuno vorrebbe ridurre o peggio negare , ha detto il sindaco Federico Sboarina . Una vera e propria tragedia che coinvolse tanti nostri connazionali e che poi ha trovato un giusto e doveroso riconoscimento da parte delle Istituzioni. Soprattutto nei nostri territori che, in quegli anni, vissero da vicino il dramma dell’esodo. Prima del 2004 pochissimi parlavano, commemoravano, rievocavano quella ferita profonda, taciuta e nascosta. Migliaia di nostri concittadini furono a lungo dimenticati dallo stesso Stato che li aveva accolti. Ma non cancellati nel dolore di familiari e amici”. “Verona, negli anni dell’esodo – ha proseguito Sboarina – fu una delle città che maggiormente seppe dare accoglienza. Il chiostro San Francesco, all’interno dell’università, offrì asilo a numerose famiglie d’italiani esuli dalle terre d’Istria, Fiume e Dalmazia. Ecco perchè sono convinto di poter contare sul coinvolgimento dell’ateneo scaligero. Per dare a queste celebrazioni nuovo slancio, avvicinandole ai giovani e ai luoghi che frequentano. Migliaia di studenti ogni giorno camminano inconsapevolmente sulla storia, avanti e indietro lungo il chiostro, è giusto che sappiano e partecipino a queste celebrazioni”.

Durante la cerimonia i familiari di Cosimo Mastropietro hanno ritirato il riconoscimento conferito dal Presidente della Repubblica al brigadiere fucilato nel 1944 dai partigiani slavi per ‘il sacrificio offerto alla Patria’.

Fino a lunedì, dalle 10 alle 19, è aperta al pubblico, nella buvette della Gran Guardia, la mostra fotografica ‘Dedicata al ricordo’. L’esposizione, ad ingresso libero, è curata dall’Anvgd ed è arricchita dai testi di Guido Rumici.

Le celebrazioni proseguiranno sabato 8 febbraio, alle ore 10.30, in piazza Martiri d’Istria, Fiume e Dalmazia dove sarà deposta una targa a ricordo del dramma dell’esodo e delle foibe. Nel pomeriggio, alle ore 16.30, in Gran Guardia, ‘Ricordi e musica’ con l’Ensemble sull’ali dorate.

Infine il 10 febbraio  le istituzioni cittadine, alle ore 10.30, saranno presenti al Cimitero Monumentale per la cerimonia commemorativa e la deposizione delle corone.

G R

fonte:https://www.cittadiverona.it/eventi/giorno-del-ricordo-2020/