Torna in piazza “Artigianato in Rosa”, vendita solidale di lavori fatti a mano.

Torna in piazza “Artigianato in Rosa”, vendita solidale di lavori fatti a mano.

 Torna, dopo un anno di forzata pausa, l’appuntamento con «Artigianato in Rosa», vendita solidale dei lavori fatti a mano da un gruppo di intraprendenti donne, socie dell’organizzazione di volontariato DBA Italia, che hanno fatto della loro creatività un dono da condividere.

Il ricavato dell’iniziativa, promossa dalla realtà presieduta da Maria Elisabetta Villa, punto di riferimento per tutte le persone con Anemia di Blackfan Diamond (un’anemia cronica classificata come Malattia genetica rara, che colpisce i bambini per lo più durante il primo anno di vita) del territorio nazionale, sarà devoluto a sostegno del progetto “Scuola e formazione in ospedale 2.0” avviato dalla stessa DBA Italia nel periodo del lockdown presso l’Oncoematologia pediatrica di Borgo Trento diretta dal dottore Simone Cesaro.

Artigianato in Rosa esporrà nella Loggia bassa di Fra’ Giocondo, in piazza dei Signori le meravigliose creazioni, tutti pezzi unici, delle artigiane o hobbiste amiche di Dba Italia, il 2 luglio dalle 14.00 alle 20.00 e 3 e del 4 luglio dalle 10.00 alle 20.00.

A seguire, il 10 e 11 luglio la raccolta fondi si sposterà in piazza Corrubbio e il 17 luglio in piazza Vittorio Veneto, borgo Trento.

Grazie al contributo di cittadini, turisti, passanti, con la ripresa del progetto di formazione e accoglienza (prevista per il prossimo autunno) voluto dall’Odv veronese, l’opportunità già sperimentata dai bambini stranieri in cura presso la struttura ospedaliera cittadina, potrà essere estesa a tanti altri alunni-pazienti.

Maria Elisabetta Villa, che è anche cofondatrice della Fondazione Europea per la DBA di Torino, nata per promuovere selezionare e finanzia progetti avanzati di ricerca finalizzati a  migliorare la durata e la qualità di vita dei malati e sconfiggere definitivamente la DBA spiega che:

“La gestione di un paziente straniero per cure innesca una serie di bisogni altri rispetto a quello residente, che sono: il bisogno comunicativo, e quindi la necessità di comprendere la lingua e scrittura italiana per relazionarsi al meglio sia con i residenti che con il personale medico sanitario per l’intera durata del ricovero e/o del soggiorno a Verona; il bisogno di raggiungere un aeroporto; il bisogno di alloggiare sul territorio anche per lunghi periodi”.

G.R.