Effettuare servizio mensa aziendale può essere un’opportunità per gli esercizi della ristorazione.

Effettuare servizio mensa aziendale può essere un’opportunità per gli esercizi della ristorazione.

Effettuare servizio mensa aziendale può essere un’opportunità per gli esercizi della ristorazione della zona arancione, che ad oggi possono effettuare solo il delivery e l’asporto. Anche per le aziende che non hanno servizio mensa o che non riescono ad adottare tutti i protocolli anti Covid previsti per legge.

 Sono necessari alcuni parametri come la stipula di contratti tra gli esercizi e le aziende, i nominativi esatti dei lavoratori e il possesso dei requisiti tecnici e amministrativi.

L’ipotesi è stata esaminata ieri, durante il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, dal sindaco Federico Sboarina e dal Prefetto Donato Cafagna sulla scorta di quanto effettuato già da altre Prefetture.

Come ha detto il sindaco Sboarina :

“Potrebbe essere un’opportunità per gli esercizi della ristorazione che, a causa delle limitazioni per ridurre i contagi, sono in fortissima sofferenza. Insieme al Prefetto abbiamo valutato l’eventualità del servizio mensa aziendale per consentire agli esercenti in possesso dei requisiti necessari di lavorare, rispettando sempre protocolli e misure anti Covid, come hanno sempre fatto quando è stato loro concesso”.

L’ assessore Zavarise ha spiegato:

“Per attivare il servizio , bisognerà rispettare sia requisiti tecnici che amministrativi, oltre alla stipula di una convenzione, l’elenco dei dipendenti che usufruirà della ‘mensa’. Non è un servizio aperto a tutti, ma mirato a garantire il pasto dei lavoratori. Potrebbe essere un’opportunità in un momento non facile”.

Mentre il consigliere comunale, nonchè ristoratore, Ferrari ha ribadito:

“Il delivery non ha dato gli effetti sperati, ogni esercizio ha numerose spese da sostenere . Ecco perché questo tipo di iniziativa ci fa ben sperare, porterebbe una luce in fondo al tunnel. Ovviamente nel rispetto di tutte le regole e dei protocolli, come abbiamo sempre fatto. Un modo per dimostrare che come categoria non siamo degli untori, i contagi non avvengono all’interno dei nostri locali”.

G.R.