Il Museo di Storia Naturale di Verona si arricchisce considerevolmente.

Grazie ai i recenti scavi paleontologici eseguiti presso i giacimenti della Pesciara di Bolca e del Monte Postale, è stato recuperato un reperto fossile del pesce cartilagineo mai rinvenuto prima. Un esemplare magnificamente ben conservato, risalente a circa cinquanta milioni di anni fa e che da lunedì 27 settembre va ad arricchire in modo considerevole il patrimonio conservato al Museo di Storia Naturale.
L’ultimo significativo reperto non è l’unico ritrovamento di valore; infatti ci sono anche due pesci ossei di interesse pregevole, tra cui una Mene rhombea, proprio l’icona del Museo, e una pianta acquatica col suo apparato radicale, tutti originari dalla Pesciara. I quattro reperti proprio da lunedì 27 settembre sono in mostra nell’atrio del Museo di Storia Naturale, e lo saranno fino al 24 ottobre. Successivamente verranno spostati nelle sale dove si trovano le collezioni dedicate ai fossili e saranno oggetto di approfonditi e accurati studi.
La mostra ha la finalità di far conoscere al grande pubblico l’eccezionale bellezza e il particolare pregio dei reperti che giacciono in questi giacimenti, riportati alla luce durante le più recenti campagne di scavo paleontologico, condotte nel 2019 e 2020.
La mostra Bolca, con i nuovi eccezionali ritrovamenti, si potrà ammirare dal 23 settembre al 24 ottobre 2021, nell’atrio del Museo veronese. Darà simbolicamente il via alle giornate di approfondimento su Il patrimonio paleontologico della Val d’Alpone tra conservazione, valorizzazione e fruizione, con un nutrito programma di interventi attesi per venerdì 24 settembre presso il Museo dei Fossili di Bolca e sabato 25 settembre, presso la Sala Consiliare del Municipio di Roncà.
La mostra sostiene e conferma l’importanza dell’attività scientifica promossa dal Museo di Storia Naturale di Verona in collaborazione con diverse università italiane, specialmente dal momento che i giacimenti fossiliferi di Bolca, assieme ad altre località paleontologiche della Val d’Alpone, sono stati inseriti nella Tentative List italiana, cioè la lista dei siti candidati a diventare patrimonio dell’Unesco.
I siti paleontologici della Pesciara e del Monte Postale rappresentano un esempio a livello mondiale di Fossil-Lagerstätten, depositi sedimentari, caratterizzati sia da un’elevata concentrazione di organismi sia da un magnifico stato di conservazione. La località di Bolca, conosciuta per i propri fossili già dalla seconda metà del 1500, è uno dei siti fossiliferi con la maggiore storia antica di ritrovamenti e indagini, su cui si è concentrata l’attenzione scientifica italiana e straniera.
Bolca è anche nota particolarmente per i suoi pesci che iniziarono già a far mostra di sè nella prima raccolta naturalistica, allestita a Verona, a cura di Francesco Calzolari nel 1571. Nel tempo ha restituito una discreta quantità di esemplari, relativi alla flora e alla fauna caratterizzanti l’ecosistema della sedimentazione conservata nel sito e fornendo una cospicua varietà di informazioni riguardo la biodiversità di circa 50 milioni di anni fa.
Dal 1999 la sezione di Geologia e Paleontologia del Museo di Storia Naturale di Verona risulta impegnata nel coordinamento e gestione delle attività di estrazione e ricerca scientifica dei siti del Monte Postale e della Pesciara. Da allora, quasi annualmente sono state svolte campagne di scavo che hanno restituito una grande varietà di reperti tra cui molti esemplari di rilevante interesse scientifico, come il Mene rhombea recuperato nel 2019 e la razza recuperata nel 2020, ora oggetto di studio da parte di un gruppo di specialisti italiani e stranieri.
Ad inaugurare la mostra al Museo di Storia Naturale erano presenti l’assessore alla Cultura Francesca Briani, il curatore Leonardo Latella e gli esperti che studieranno nel dettaglio i fossili, la direttrice dei Musei Civici Francesca Rossi, il ricercatore dell’Università di Torino Giuseppe Marramà e lo scialista Alexander Bannikof.
“La Pesciara di Bolca continua a regalare dei tesori come quelli che oggi esponiamo in questa mostra – ha affermato l’assessore Briani-. Parliamo di reperti di 50 milioni di anni fa, veri tesori di fauna e flora che vanno ad arricchire in modo considerevole le nostre collezioni. Sottolineo l’importanza delle raccolte frutto della campagne di scavo a Bolca, un rapporto che si era interrotto nel 2011 e che l’Amministrazione, d’intesa con la direzione dei Musei, ha inteso riattivare nel 2018″.
“La vera star della mostra è il pesce cartilagineo di nuova razza – conclude la direttrice Rossi -. Sorprendente lo stato di conservazione di questi reperti, la possibilità di poterli avere tra le nostre collezioni è motivo di vanto ma soprattutto contribuisce a rendere il nostro museo un’eccellenza di livello internazionale”.

L C

Fonti: https://www.veronaoggi.it/