Ed è ora di raccolta fragole anche nel territorio scaligero: maggiori costi di produzione e imballaggio

Ritornano le “rosse” del territorio scaligero, con una qualità eccellente e una cospicua quantità. Il freddo non ha rallentato la maturazione delle fragole, permettendo nei giorni scorsi la partenza regolare della raccolta incentrata nel triangolo di San Giovanni Lupatoto, Raldon e Buttapietra. La domanda di prodotto sul mercato c’è, ma le note dolenti, come accade da qualche anno, provengono dal fronte della manodopera, che è carente.
Coltivazione a basso impatto ambientale.
“L’inizio della raccolta è in linea con gli altri anni e le temperature fresche stanno favorendo una maturazione equilibrata e graduale delle fragole – afferma il referente per il prodotto di Confagricoltura Verona e vicepresidente dell’Associazione fragolicoltori della pianura veronese Damiano Valerio -. I frutti sono grandi e dolci, le varietà richieste sono la Clery, molto apprezzata dai Paesi nordici, la saporita Sibilla e l’Anthea. Molte aziende coltivano anche varietà rifiorenti come l’Elsanta, che andranno avanti fino a fine giugno. Abbiamo fatto passi da gigante sul fronte qualitativo. Utilizziamo agrofarmaci a basso impatto ambientale, che ci consentono di avere un prodotto a residuo quasi pari a zero, come attestano le analisi di cui siamo in possesso. Il mercato sta andando bene. Siamo avvantaggiati dai problemi legati al meteo sia del Sud Italia che della Spagna, che stanno producendo meno fragole rispetto ai loro standard. Anche l’Olanda è in ritardo, in quanto, data l’impennata dei costi energetici, tanti produttori hanno deciso di posticipare il periodo della coltivazione in serra”.
I prezzi in vigore tuttora sono soddisfacenti, con le fragole vendute sul mercato tra i 4 e i 5 euro al chilo. “È ancora presto per sapere quanto prenderemo noi produttori, ma non dovremo andare sotto ai 2,5 euro al chilo per avere una redditività in linea con le scorse annate”, prosegue Valerio. “I costi degli imballaggi sono aumentati del 40 per cento tra nylon, cassette, cestelli, vaschette e vassoi. E abbiamo il problema dell’approvvigionamento, perché la guerra in Ucraina ha creato squilibri sul mercato e il reperimento della plastica è difficoltoso. Inoltre dobbiamo mettere nel conto il gasolio agricolo e i concimi. Infine, registriamo le consuete carenze di braccianti. Le aziende frutticole si sono attrezzate con operai romeni, indiani e pakistani, ma a breve la raccolta entrerà nel vivo e avremo necessità di manodopera, che non sarà facile reperire”.
Nella penisola italiana sono 4.100 gli ettari coltivati a fragole, di cui 2.600 al Sud concentrati soprattutto fra Campania e Basilicata. Nella regione Veneto la superficie investita è di 360 ettari, concentrati per l’80% nella provincia di Verona, che conta circa 290 ettari e una raccolta annuale di 50.000 quintali di prodotto.

L C

Fonti: https://www.veronaoggi.it/