Ancha a Verona l’evasione fiscale è allarmante e la prossima tassazione è preoccupante

Direttamente dall’Ufficio studi della CGIA è stato rilevato che nel 2018 (ultimi dati reperibili), l’evasione fiscale della regione Veneto fosse di 8,6 miliardi di euro. In sostanza per ogni 100 euro di gettito versato all’erario, da imprese e cittadini, 12,9 “rimangono” nei portafogli degli evasori. Solamente il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia e il Trentino Alto Adige hanno registrato livelli di evasione fiscale inferiori rispetto al nostro.
Intanto le novità in prossimità d’arrivo per coloro che pagano le tasse sono preoccupanti. Infatti in merito al DEF lo Stato italiano nel 2022 incasserà 39,7 miliardi di imposte e contributi in più rispetto all’anno scorso. Fra questi almeno 5 saranno versati dai cittadini Veneti. Tale previsione, segnala l’Ufficio studi della CGIA, è vincolata dalle conseguenze che il Coronavirus e la guerra russo-ucraina potrebbero arrecare nei mesi a seguire. In ogni caso, se la stima fosse confermata, una parte di questo incremento di gettito sarebbe riconducibile anche al forte aumento dell’inflazione che, stante le previsioni, quest’anno è destinato a sfiorare il 6%.
A tal punto si sta già parlando di tassa occulta dell’inflazione. In un momento dove le famiglie patiscono dei rincari spaventosi che potrebbero provocare una caduta verticale dei consumi interni, proprio la Cgia spera che il Governo italiano restituisca almeno una parte di questo extra gettito, reintroducendo il fiscal drag. Una misura che incrementerebbe il potere d’acquisto dei pensionati e dei lavoratori dipendenti, dando un po’ di sollievo soprattutto a coloro che tuttora si trovano in grave difficoltà economica.
Ritornando ai dati sull’evasione, nel Sud scorgiamo le situazioni più “pesanti”: la Calabria, ad esempio, ha registrato una percentuale dell’economia non osservata sul valore aggiunto regionale pari al 21,3; questo ha “provocato” 3,3 miliardi di imposta evasa, praticamente ogni 100 euro di tasse versate dai contribuenti calabresi, al fisco ne sono “sfuggiti” 24,5 euro. Critica anche la situazione in Campania che presentava un peso dell’economia sommersa pari al 19,8%, 10,2 miliardi di imposta non versata che, in termini percentuali, ha portato l’evasione a toccare il 22,7%. Subito dopo troviamo la Sicilia con un’economia in nero del 19,3%, un’evasione di 8,1 miliardi, pari al 22,2%. Invece le regioni maggiormente “fedeli” al fisco sono soprattutto quelle del Nordest: L’Emilia Romagna e il Veneto (evasione al 12,9%), per l’appunto, il Friuli Venezia Giulia (12,5%), la Provincia Autonoma di Trento (11,3%), la Lombardia (11%) e la Provincia Autonoma di Bolzano (9,7%) si collocano nella parte bassa della graduatoria.
Secondo i dati dell’Ufficio studi della CGIA è necessario ridurre drasticamente il peso del fisco e allo stesso tempo contrastare l’evasione. In sostanza: pagare meno per pagare tutti. Inoltre una buona parte del mancato gettito, in particolar modo al Sud, è ascrivibile all’evasione di sopravvivenza, per cui non pagare le tasse ha consentito a moltissime attività, non solo per quelle di piccola o micro dimensione, di rimanere in vita, salvaguardando diversi posti di lavoro. Oltre all’eccessivo carico fiscale che grava sui contribuenti, è necessario intervenire per ridurre il peso dell’oppressione fiscale che quotidianamente ostacola l’attività lavorativa, soprattutto delle imprese di piccola dimensione.
Oltre agli strumenti appena elencati, La Cgia menziona anche che nell’ultimo anno è stato introdotto il cashback (misura che comunque è già stata sospesa dal Governo Draghi) e da parecchi mesi è partita anche la lotteria degli scontrini che, almeno fino ad ora, non ha dato i risultati sperati.
Sono provvedimenti i quali avevano l’obbiettivo di contrastare i pagamenti in “nero”; dai primi effettivi riscontri sembra che il risultato di questi due nuovi provvedimenti contro la mancata emissione dello scontrino e della fattura è stato un flop. Per potenziare l’attività di contrasto all’evasione, proprio giovedì scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato delle nuove misure:
dal 30 giugno obbligo per commercianti, partite Iva e artigiani di consentire il pagamento con il POS. Scattano anche le sanzioni: 30 euro più il 4 per cento del valore della transazione;
dal prossimo 1 luglio obbligo di fattura elettronica per le partite Iva in regime forfettario (sono esclusi fino alla fine del 2023 gli autonomi con ricavi inferiori ai 25 mila euro annui);
l’invio all’Agenzia delle Entrate delle operazioni effettuate con il POS diventa quotidiano.

L C

Fonti: https://www.mattinodiverona.it/