La stagione musicale dell’ orchestra da camera L’ Appassionata chiude nel segno di Ludwigvan Beethoven.

La stagione musicale dell’ orchestra da camera L’ Appassionata chiude nel segno di Ludwig van Beethoven.

 La stagione musicale promossa e sostenuta dalla Gaspari Foundation chiude in bellezza, nel segno di Ludwig van Beethoven, proponendo due superbe prove di scrittura musicale destinate a tradursi in altrettanto poderose prove d’artista:

  • la “Grande Fuga” in si bemolle maggiore, Op. 133
  • Concerto per pianoforte e orchestra n.4 in sol maggiore, Op. 58

L’una assegnata all’orchestra da camera L’Appassionata, l’altra al solista Hugues Leclère, docente di pianoforte al Conservatorio di Parigi.

L’ensemble di origine veronese e l’interprete d’oltralpe condivideranno lo stesso palco domenica 12 giugno, ore 11, in Sala Maffeiana, dove la rassegna della fondazione con scopo benefico voluta da Giuseppe Gaspari, promette di congedarsi alla grande, non senza tuttavia pensare a una “scia estiva” con altri due super eventi fuori programma.

Una sfida importante la Grande Fuga, per una formazione ancora così giovane, vuoi per nascita vuoi per età dei componenti (tutti musicisti professionisti con esperienze internazionali), come l’Appassionata, che con la chiusura dell’edizione 2022, sulle note di questa fitta trama beethoveniana, dopo quattro anni di attività concertistica approda al suo massimo grado di maturità fin qui raggiunto.

“Una pagina così complessa, che si osa poco affrontare in pubblico, soprattutto nella versione cameristica», spiega Lorenzo Gugole, violinista e maestro concertatore dell’ensemble, «per noi un traguardo importante, da condividere con l’intera città”.

La partitura si compone di tre sezioni, la prima più rigorosa e fugata, appunto, la seconda lenta, la terza scherzosa. Un concentrato di tecnica contrappuntistica ma anche di enfasi sonora.

Con il solista Leclère, invece, L’Appassionata eseguirà il Concerto per pianoforte n.4, impiantato su un bellissimo tema di intonazione romantica, subito ripreso dalla sola orchestra e condotto fino alla seconda idea. La composizione, ispirata al mito della ninfa Euridice, inscena un dialogo tra il pianoforte, che rappresenterebbe Orfeo, e l’orchestra, che impersonerebbe le divinità degli inferi, mosso dalla richiesta di far tornare  l’amata alla vita terrena. In tale scambio, il pianoforte porterà l’orchestra a seguirlo in un tema malinconico, quasi a dimostrare la debolezza della morte davanti al sentimento dell’amore. Ma anziché attenderci un tragico finale, sempre grazie al potere salvifico della musica, il terzo movimento confluirà proprio in un inno alla vita della celebre ninfa.

                       

Suggestioni affidate al virtuosismo e pianismo cantato dell’ospite francese, che vanta una discografia contenente 13 registrazioni, tra cui prime mondiali come le Sonate di Ladurner su strumento classico. Come attore della vita artistica contemporanea, Leclère lavora inoltre con molti compositori e ha contribuito a più di 50 commissioni per nuove opere. Nel 2020 è stato invitato dalla Philharmonie de Paris per il suo programma Beethoven “Bagatelles entrelacées”.

G.R.