Medici Senza Frontiere di Verona  con l’allarme violenza sessuale e carenza di assistenza umanitaria in Congo

Sono ben 48 al giorno i casi di violenza sessuale che Medici Senza Frontiere cura giornalmente nei campi per sfollati nei pressi di Goma, capitale provinciale del Nord Kivu in RDC.

Il coordinatore MSF per l’emergenza nel Nord Kivu Jason Rizzo afferma:  “Per mesi le nostre équipe hanno trattato un numero elevato di casi, ma mai su scala catastrofica come nelle ultime settimane. Quasi il 60% delle vittime si presenta entro 72 ore dall’attacco, a dimostrazione che si tratta di un’emergenza medica e umanitaria continua”.

Cifre scioccanti e probabilmente inferiori al numero reale in quanto tengono conto solamente delle consultazioni effettuate nei luoghi in cui MSF è presente. Le condizioni estremamente disagiate in cui vivono oltre 600.000 persone in questi campi sovraffollati, con carenze di beni di prima necessità, stanno esacerbando le vulnerabilità e i rischi, in particolare per le donne.

È urgente migliorare le precarie condizioni di vita di queste persone e garantire la loro protezione.

 

16 maggio 2023 – Più di 670 vittime di violenza sessuale sono state curate in due settimane* dalle équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) nei campi per sfollati attorno alla capitale della provincia del Nord Kivu Goma, nella Repubblica Democratica del Congo. Più della metà delle vittime, 360 persone, sono state assistite a Rusayo, fra gli insediamenti più grandi e sorti più di recente, le altre nei campi a Lushagala, Bulengo, Kanyaruchinya, Eloime e Munigi.

 

“Ogni giorno, una media di 48 nuove vittime di violenza sessuale viene curata dalle nostre équipe nei campi per sfollati” dichiara Jason Rizzo, coordinatore MSF per l’emergenza nel Nord Kivu. “Per mesi le nostre équipe hanno trattato un numero elevato di casi, ma mai su scala catastrofica come nelle ultime settimane. Quasi il 60% delle vittime si presenta entro 72 ore dall’attacco, a dimostrazione che si tratta di un’emergenza medica e umanitaria continua”.

Quasi tutte le vittime curate da MSF sono donne e la maggior parte racconta di essere stata aggredita nel mentre cercava cibo o legna fuori dai campi per sfollati. A Rusayo, Bulengo e Kanyaruchinya, più della metà ha riferito di essere stata assalita da uomini armati.

Questi numeri scioccanti riflettono l’estrema vulnerabilità e il rischio di violenza alla quale sono esposti gli sfollati nell’area. Oltretutto si tratta di numeri parziali poiché tengono conto solo delle consultazioni effettuate dalle équipe di MSF nei campi in cui l’organizzazione è presente.

Gli scontri nel Nord Kivu fra l’esercito congolese e vari gruppi armati, tra cui l’M23, hanno costretto più di 1 milione di persone a fuggire dalle loro case dal marzo 2022. Oltre 600.000 hanno trovato rifugio nei campi alla periferia della città di Goma, dove le condizioni sono spesso sovraffollate e insalubri.

“Dopo essere arrivati qui, uno dei miei bambini ha cominciato a mostrare segni di malnutrizione. Non potevo rimanere a guardare senza fare nulla. Ho deciso di andare nella foresta per raccogliere della legna che poi avrei venduto per comprare del cibo. In quel momento ho incontrato dei banditi che mi hanno aggredita” racconta una delle donne la quale vive nel campo di Rusayo.

Nonostante diverse organizzazioni umanitarie nelle ultime settimane abbiano incrementato la loro attività, le varie condizioni di vita dei campi nei dintorni di Goma restano disastrose:  le persone vivono senza nemmeno poter soddisfare i bisogni di base, non hanno cibo, latrine e rifugi. La carenza di assistenza umanitaria aumenta la vulnerabilità delle persone ed esaspera il rischio delle violenze a cui potrebbero essere soggette.

“È urgente migliorare le condizioni di vita delle persone nei campi. I bisogni primari, come l’accesso al cibo, all’acqua e ai servizi igienici devono essere garantiti, così come adeguate misure di protezione nei confronti delle donne” conclude Rizzo di MSF.

 

MSF garantisce cure mediche e supporto psicologico gratuitamente a tutte le vittime di violenza sessuale nei principali campi per sfollati nei dintorni di Goma. Per evitare complicazioni mediche legate alla violenza sessuale, è fondamentale che le vittime si rechino in una struttura sanitaria entro 72 ore per ricevere adeguato supporto.

A partire da maggio 2022, i diversi team di MSF lavorano nei campi per rifugiati nei dintorni di Goma, fornendo cure mediche gratuite, rifornimenti di acqua potabile, e costruendo latrine e docce dove c’è più urgenza. MSF ha inoltre risposto alle epidemie di colera e morbillo in alcuni campi e organizzando campagne vaccinali. Le équipe di MSF lavorano oltretutto anche a Sake e Kanya, nella provincia del Nord Kivu, e a Minocva, nel Sud Kivu, per migliorare l’accesso alle cure umanitarie in queste aree dove decine di migliaia di sfollati hanno trovato rifugio. Nel Nord Kivu, MSF continua inoltre a garantire l’accesso gratuito alle cure mediche di base a Rutshuru, Bambo, Kibirizi, Binza, Mweso, Masisi and Walikale.

*Periodo riferimento: 17 al 30 aprile 2023.

L C