Presentazione del progetto di sviluppo quinquennale del dipartimento di eccellenza in Neuroscienze, biomedicina e movimento.

Implementare la ricerca sull’uomo spaziando negli ambiti disciplinari più vari, dalle scienze biologiche a quelle clinico-motorie e psicologiche. In sintesi è questo lo scopo del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento dell’Università di Verona che l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) ha indicato fra i 180 dipartimenti di eccellenza italiani.

Più nello specifico, il dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento ha ricevuto circa 9 milioni di euro in merito al suo progetto di sviluppo che durerà fino al 2027. Progetto il quale è stato illustrato giovedì 31 agosto alle ore 11 nell’Aula E degli Istituti Biologici, dal direttore del dipartimento di Neuroscienze Corrado Barbui e dal referente del progetto “Dipartimento di eccellenza” Andrea Sbarbati. Inoltre erano presenti anche le e i referenti delle 6 aree strategiche dove si articola il piano.

Per la seconda volta, il dipartimento di neuroscienze, biomedicina e movimento viene riconosciuto dipartimento di eccellenza, confermandosi anche per il prossimo quinquennio fra i migliori dipartimenti in Italia. La peculiarità principale del dipartimento consiste nella sua interdisciplinarità, contando 104 docenti, ricercatrici e ricercatori che afferiscono a ben 22 settori scientifici disciplinari.

Il nuovo progetto di sviluppo dal titolo “Plasticità e degenerazione cellulare dalle molecole agli individui: meccanismi, ambiente e terapia” segue le orme di quello precedente denominato “Comportamenti e benessere: un approccio multidisciplinare per favorire la qualità della vita in condizioni di vulnerabilità” , integrando nella sinergia già consolidata tra gli ambiti disciplinari di psicologia generale, clinica e di scienze motorie altre competenze, soprattutto dell’ambito delle scienze biologiche.

Alle precedenti 5 aree di sviluppo (l’impatto dell’attività fisica sul benessere psicologico dei richiedenti asilo e rifugiati. Un approccio Bio-Psico-Sociale allo studio della Resilienza in giovani con recente diagnosi di Sclerosi Multipla. Basi molecolari e funzionali di un dell’invecchiamento di successo e della fragilità. Fatica e malattia di Parkinson: un approccio multidisciplinare allo studio della fisiopatologia ed al trattamento. L’ictus cerebrale: lo studio della relazione tra i disturbi motori, cognitivi e psicologici per sviluppare nuovi interventi riabilitativi e migliorare la qualità di vita delle persone) le cui attività continuano e continueranno in futuro, si sono affiancate 6 nuove aree strategiche:

  1. Umore-cognizione-movimento: basi molecolari e funzionali della plasticità neurale. L’aumento delle conoscenze sulle basi funzionali della comunicazione, delle connessioni e della plasticità neurali può migliorare l’efficacia e la tempestività degli interventi nelle degenerazioni patologiche.
  2. Sistemi sensoriali in condizioni fisiologiche e patologiche. La crescita delle conoscenze sulle basi funzionali dei sistemi sensoriali (vista, udito, olfatto e gusto) e dei meccanismi che ne provocano alterazioni (genetici e ambientali) può migliorare l’approccio personalizzato delle terapie, anche in termini di qualità della vita delle persone affette da patologie sensoriali.
  3. Sviluppo e invecchiamento: longevità e salute. Lo studio dei meccanismi morfologici e funzionali associati alla longevità e del ruolo del movimento nel mantenimento/recupero della salute, consentirà di sviluppare e validare strategie per ottimizzare la salute e la funzionalità delle persone anziane, attraverso il movimento.
  4. Plasticità e progressione tumorale. Mediante l’identificazione dei determinanti molecolari alla base della formazione, progressione e disseminazione del cancro, nonché della variabilità soggettiva della risposta ai farmaci, si svilupperanno nuovi modelli prognostici e predittivi per migliorare le strategie terapeutiche contro il cancro.
  5. Macroambiente, neurodegenerazione e neuroinfiammazione. La comprensione del legame di questi 3 fattori in condizioni fisiologiche e patologiche permetterà di individuare dei bersagli terapeutici per patologie di tipo neurodegenerativo.
  6. Dalla genomica alla funzione nelle malattie rare. Dallo studio genetico di diverse malattie rare già seguite in dipartimento, si identificheranno i meccanismi patogeni legati ad alterazioni genetiche per contribuire allo sviluppo di terapie genetiche.

Per supportare il raggiungimento dei vari obiettivi, il dipartimento ha proposto la progettazione di una piattaforma infrastrutturale che prende il nome di Bio-Neuro-Platform, per migliorare le tecnologie e le strumentazioni attualmente presenti nel dipartimento e potenziare gli studi biologici.  Oltretutto la piattaforma punta al miglioramento tecnologico e informatico del sistema di conservazione di dati biologici e clinici, e della condivisione di tali dati fra i vari ricercatrici e ricercatori, per aumentare lo scambio di informazioni.

E cosa sono i dipartimenti di eccellenza? I «dipartimenti di eccellenza» rappresentano un enorme intervento innovativo e di forte sostegno finanziario, previsto dalla Legge di bilancio 2017. L’obiettivo è di individuare e finanziare, ogni 5 anni e nell’ambito delle 14 aree disciplinari del Consiglio universitario nazionale, i migliori 180 dipartimenti delle università statali secondo l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur). Dipartimenti il quale si caratterizzano per l’eccellenza nella qualità della ricerca e nella propria progettualità scientifica, organizzativa e didattica.

Sono ben 6 i dipartimenti dell’ateneo veronese che riceveranno un fondo premiale per la realizzazione del proprio progetto di sviluppo scientifico e didattico. Infatti oltre a Neuroscienze, biomedicina e movimento ci sono anche Biotecnologie, Lingue e letterature straniere, Diagnostica e sanità pubblica, Scienze chirurgiche, odontostomatologiche e materno infantili e Scienze economiche. Nel suo complesso l’Università di Verona riceverà 45,5 milioni di euro in 5 anni, fra il 2023 e il 2027.

L C