L’ospedale Magalini di Villafranca non è più Covid Hospital. Aggiornamenti su casi, tamponi, vaccini

L’ospedale Magalini di Villafranca di Verona non è più Covid Hospital e pertanto non compare più nell’elenco degli ospedali della Regione Veneto specializzati. Lo ha dichiarato il direttore dell’Ulss 9 Scaligera Pietro Girardi durante punto stampa sulla nuova strategia regionale sui posti disponibili per le vaccinazioni e a livello di tamponi.
«Fortunatamente l’incidenza di ricoveri è molto più bassa rispetto alle altre ondate e questo ci permette di mantenere gli ospedali attivi per le altre prestazioni. Per scelta adesso i pazienti Covid vanno a Negrar, Legnago, Peschiera e Azienda Ospedaliera che hanno reparti infettivi. Villafranca è oggetto di ristrutturazione per migliorarlo. Entro settembre termineranno i lavori per poter essere più flessibili con reparti di malattie infettive e terapie intensive più modulabili. Potendo così non impegnare l’ospedale al massimo come è successo in passato».
Nella Provincia veronese sono 58 le persone ricoverate (53 in reparto di età tra 40 e 60 anni e 5 in terapia intensiva con una vaccinata). 85% dei ricoverati non sono vaccinati. Lunedì 9 agosto 121 nuovi casi, 50% dai 10 ai 29 anni con prevalenza di età dai 15 ai 25.
«Ciò conferma i dati delle ultime settimane con i giovani più colpiti per i loro comportamenti che non hanno paura di non tenere le distanze – afferma Pietro Girardi -. Poi vanno a casa e rischiano di infettare chi è più anziano. Purtroppo c’è un po’ di reticenza nel come si è avuto il contagio e questo rende difficile il tracciamento. 8% dei positivi sono stati vaccinati, il più delle volte con condizioni patologiche rilevanti e di una certa età. Ricordiamo che il 5% non sviluppa anticorpi».
Da oggi è in vigore anche il nuovo regime per quanto riguarda i tamponi.
«Sono cresciuti in modo esponenziale, evidente, da quando l’incidenza dei positivi era molto bassa, con circa 7 mila tamponi nel Veneto. Ora siamo arrivati a farne 10 mila solo a Verona, attorno ai 50 mila nella Regione. L’utilizzo non era più quello di tracciare la malattia ed accompagnare le persone alla guarigione, ma un lasciapassare per avere una vita sociale. Non era lo scopo della sanità pubblica. Quindi si è cambiato. Garantiamo il più possibile il tampone a tutti. Però quando viene fatto per motivi di sanità (diagnosi, monitoraggio) è gratuito ma quando si esce da questo perimetro lo scopo diventa ‘’commerciale’’ e viene pagato. Noi ne garantiamo un certo numero, quello più ampio viene fatto da centri privati e farmacie».
Inoltre è previsto il test antigenico rapido gratuito per chi ha impegnativa per screening o Sisp, ospiti, operatori, visitatori e Caregiver di strutture sanitarie residenziali e semiresidenziali, ospedali, strutture ricreative ed educative per minori con gli operatori e minori di 12 anni. A pagamento 8 euro dai 12 ai 17 anni, 15 euro adulti, 22 euro per stranieri. Molecolari solamente su disposizione del Sisp o prescrizione medica. L’acceso ai punti tampone avviene nelle stesse modalità di prima. Il pagamento si può fare direttamente nelle sedi (Verona, Malcesine, Bardolino, San Bonifacio, oltre al Pederzoli di Peschiera, Negrar e villa Garda) o con sistema pago Pa.
E’ stata anche annullata la presenza del Bus Tamponi gratuito, in collaborazione con Ulss 9 Scaligera, previsto mercoledì 11 agosto a Villafranca e sabato 14 a Dossobuono.
Per quanto riguarda i vaccini Ora ce ne sono più di quanti vengono prenotati. Fino al 13 agosto ci sono 12.981 posti disponibili sui 16 mila offerti (3.444 prenotati). 29.012 sono i prenotati dal 14 agosto all’8 settembre e 33.152 i posti offerti.
«Stiamo cercando di lavorare con il mondo dell’associazionismo. Sono state contattate le società sportive per campagne vaccinali mirate».
Le persone No vax sono state sospesi. All’inizio 7.045 nomi nell’elenco regionale non risultavano vaccinati e 860 gli operatori veronesi. La procedura completa è partita ancora il 27 di aprile e l’elenco è stato ridotto a poco più di 100, quindi con una buona adesione di chi si è vaccinato. «Le 7 persone sospese – specifica il direttore Girardi – non hanno mai risposto a tutti gli inviti che abbiamo fatto. Altre hanno risposto e le stiamo valutando (sanitari in generale). Sulla possibilità di riclassificazione dei nostri dipendenti stiamo facendo una mappatura, dando priorità a chi non può vaccinarsi. Devono essere lavori in sicurezza per tutti, come il contact tracing».

L C

Fonti: www.targetnotizie.it/