Inaugurata la mostra ispirata dalle curiosità dei frequentatori del Bazar Solidale

La mostra realizzata dall’Istituto Assistenza Anziani e dalla Fondazione Fevoss Santa Toscana, ispirata dalle curiosità espresse dai numerosi frequentatori del Bazar Solidale, è stata inaugurata sabato 28 novembre mattina, progetto messo in atto dalla Fondazione che il 4 ottobre 2019 ha visto i natali negli spazi di via Marconi 21 con gentilezza concessi dall’IAA.
L’esposizione, intitolata «Nel cuore di via Marconi, cinque secoli di solidarietà», è stata illustrata nella chiesa di Santa Caterina alla Ruota (in via Marconi, 19) con una conferenza tenuta dai professori Mario Gecchele e Lorenzo Facci, inoltre decantata dagli intermezzi musicali del violista Alberto Danelon.
Col patrocinio dal Comune di Verona e realizzata con il fondamentale contributo di Phoenix Group, la mostra sarà visitabile fino al 4 dicembre 2021 negli spazi del Bazar Solidale di via Marconi 21 dal martedì al sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
“La mostra, un percorso di undici pannelli, getta luce sulla storia di questo importante complesso architettonico situato nel cuore della città, che ospita da ben cinque secoli enti e istituzioni la cui missione è il sostegno alle persone bisognose di aiuto – ha delucidato la responsabile del progetto Bazar Solidale della Fondazione Fevoss Santa Toscana Paola Agostini -. È stato emozionante anche per i nostri volontari scoprire, grazie all’accurato lavoro di ricostruzione storica dei curatori Facci e Gecchele, come esista un fil rouge che collega il passato e il presente dei luoghi che frequentano, proprio nel segno della solidarietà. Curioso anche il fatto che Santa Caterina d’Alessandria, popolarmente detta alla Ruota per uno degli strumenti del martirio e celebrata proprio in questi giorni, il 25 novembre, sia la santa protettrice anche delle sarte che vengono dette catarinette. E all’interno del Bazar di via Marconi si trova anche la Sartoria Fili di bene, che realizza modifiche sartoriali e propone creazioni originali, il cui ricavato serve a finanziare progetti in favore di persone in difficoltà. Davvero un cerchio che si chiude”.
Dal lontano Cinquecento, questo isolato di via Marconi ha ospitato prima la chiesa di Santa Caterina e il monastero, consacrata nel 1564, poi le Case di Ricovero e dell’Industria, destinate ad accogliere i poveri della città e gli orfani. Nel 1813, nell’attiguo Ospedale della Misericordia, Don Carlo Steeb, e Suor Vincenza (Luigia Poloni) iniziarono l’opera di assistenza ai malati: tutto il complesso divenne poi sede dei primi Ospedali Civici Riuniti, fino al 1964, anno del trasferimento nella nuova sede di Borgo Trento. Per concludere nel 1973 la casa di Ricovero assunse la denominazione attuale di Istituto Assistenza Anziani. E proprio questo, nel 2019, ha concesso alcuni locali al Bazar Solidale della Fondazione Fevoss Santa Toscana, altrettanto vocata al fondamentale sostegno delle persone in difficoltà.
Peccato che la chiesetta di Santa Caterina alla Ruota. cioè il luogo dove questa secolare storia di bene è partita e peraltro scrigno di opere d’arte di pregevole valore, sia oggi interdetta al pubblico. “Nel 2017 l’Amministrazione dell’Istituto è stata costretta alla chiusura per il cedimento strutturale della volta dell’unica navata. Nel 2019 la riapertura, grazie al posizionamento di reti metalliche che hanno consentito la messa in sicurezza e la frequentazione delle funzioni religiose da parte della comunità del quartiere, in attesa dell’imponente intervento di ristrutturazione che si è reso necessario – ha affermato Alessandro Cappiotti, presidente dell’Istituto Assistenza Anziani, l’ente proprietario -. Purtroppo il giorno di Natale del 2020 a causa del Covid è venuto a mancare Don Graziano Mencarelli, il prete che alloggiava nei locali soprastanti e garantiva la celebrazione della messa. Da allora la chiesa è rimasta chiusa, ma la Curia ci ha da poco annunciato che nel corso del 2022 sarà assegnato un altro sacerdote e Santa Caterina potrà finalmente riaprire ai fedeli. Speriamo intanto che questa pregevole iniziativa di promozione culturale di Fondazione Fevoss Santa Toscana ci aiuti a riaccendere i riflettori su questa perla architettonica ancora poco conosciuta di Verona. Sta di fatto che prosegue la nostra attività di fundraising per trovare le risorse necessarie per i lavori, stimate in oltre 700mila euro: ci rivolgeremo all’art bonus e alle Fondazioni del territorio, con l’auspicio che questo possa tornare prestissimo un luogo aperto ai cittadini e di condivisione per tutta la comunità del quartiere”.
Intanto nel frattempo, il contenuto della mostra si tramuterà in un libro, «Cinque secoli di solidarietà» (Edizioni03), a cura del presidente della Fondazione Fevoss Santa Toscana Alfredo dal Corso, disponibile sul sito Edizioni03.com e, in tutte le librerie italiane su ordinazione, il cui ricavato servirà a finanziare diverse altre iniziative solidali.

L C

Fonti: https://www.mattinodiverona.it/