La zona gialla per Natale è prossima per diverse regioni ?

A che punto è l’epidemia Covid-19 in Italia? La nostra penisola potrebbe essere ancora più gialla in prossimità del Natale. A causa dell’aumento dei ricoveri ospedalieri e dei contagi, rischia di aumentare il numero di regioni che muterà colore nelle prossime settimane, da lunedì 13 o da lunedì 20 dicembre. La prossima sarà la provincia autonoma di Bolzano, che raggiungerà dal 6 dicembre in giallo il Friuli-Venezia Giulia. In merito ai dati riscontrati dell’ultimo monitoraggio della cabina di regia emessi dall’Istituto superiore di sanità, l’incidenza cresce a 155 casi Covid ogni centomila abitanti, contro i 125 di sette giorni fa. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 7,3%, in salita rispetto al 6,2% della scorsa settimana. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 9,1%, contro l’8,1% della scorsa settimana. L’indice di contagio Rt in Italia è a 1,20, contro l’1,23 della scorsa settimana.
Nelle prossime settimane le regioni a rischio zona gialla sono: Veneto, Lazio, Calabria e Lombardia, ma persino la Valle d’Aosta e le Marche. Queste regioni oltrepassano o si avvicinano ai limiti che segnano il passaggio in giallo e, se il trend proseguirà, per Natale potrebbero ciascuna trovarsi in una nuova fascia di colore. Infatti senza un’inversione della curva epidemiologica le restrizioni in queste regioni potrebbero aumentare prima delle festività. Saranno decretati i prossimi monitoraggi settimanali del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità. Il mutamento di colore da bianco a giallo è determinato dal tasso di occupazione dei reparti ordinari oltre il 15%, dall’incidenza dei nuovi casi superiore a 50 su 100mila abitanti ogni settimana e da quello delle terapie intensive oltre il 10%. Questi limiti sono fissati dalla legge e devono essere superati contemporaneamente.
Diamo un’occhiata ai numeri nel dettaglio. I territori con incidenza più alta vedono questa settimana al primo posto Bolzano con 497,14 contagi per 100mila abitanti. A seguire, ci sono altre tre tegioni che superano abbondantemente il livello di soglia fissato a 50 casi per 100mila abitanti: Friuli-Venezia Giulia con 246,56 casi, Veneto con 251,52 e Valle d’Aosta con 219,94. Nelle terapie intensive, secondo i dati Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) aggiornati al 3 dicembre, sopra la soglia di occupazione del 10% ci sono: Bolzano (12%), Friuli-Venezia Giulia (14%), Veneto (12%), Calabria (10%), Marche (10%), Umbria (10%) e Liguria (10%).
La Valle d’Aosta, con il 24%, è la regione con la percentuale più alta di posti letto in area medica occupati da pazienti Coronavirus. A seguire, il Friuli-Venezia Giulia con il 22% e la provincia autonoma di Bolzano con il 18%. Le altre regioni e province autonome non superano la soglia di allerta del 15%. Ma tra i territori con i valori più elevati, al momento, ci sono la Calabria con il 14%, la Lombardia con il 14% e il Lazio con il 11%.
La principale diseguaglianza tra zona bianca e zona gialla riguarda l’utilizzo della mascherina, che nel secondo caso è obbligatoria anche nei luoghi all’aperto oltre che al chiuso. Invece con l’introduzione del super green pass, cambiano le regole soprattutto per i non vaccinati. Da lunedì 6 dicembre in zona bianca e gialla l’accesso a bar e ristoranti al chiuso, cinema, teatri, stadi e altre attività è riservato solo a coloro che sono in possesso della certificazione verde rafforzata, ottenibile solo dai vaccinati o guariti dal Covid. In più, il green pass “base” ottenuto anche con un tampone sarà obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro, per utilizzare il trasporto pubblico locale, per soggiornare negli alberghi e per i mezzi di trasporto regionali e interregionali.
Intanto, mentre in Campania sono 7 i casi riscontrati di variante Omicron (risultati positivi i tamponi eseguiti su tre membri del nucleo familiare del cosiddetto “paziente zero”, casi che vanno ad aggiungersi a quelli dell’uomo, della moglie e dei due figli), si registra un primo caso nella Regione Veneto. A darne notizia è stato il presidente della regione Luca Zaia. “La variante Omicron del Covid-19 è stata sequenziata per la prima volta in Veneto nei laboratori dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie – Izs”, ha comunicato il governatore veneto. Si tratta di una persona di sesso maschile, residente a Vicenza, rientrata da un viaggio di lavoro dal Sudafrica. Il paziente, che risulta vaccinato, è risultato negativo a un primo tampone fatto al rientro ma, percependo alcuni leggeri sintomi, ne ha fatto un secondo che ha dato esito positivo, sottolineando la variante Omicron.

L C

Fonti: https://www.today.it/