Le quattro “P” contro la violenza di genere: Prevenzione, Protezione, Perseguimento e Politiche integrate. 

Le quattro “P” contro la violenza di genere: Prevenzione, Protezione, Perseguimento e Politiche integrate.

 Il 29 novembre 2021 a Verona si è tenuto l’incontro promosso dal Soroptimist International Club di Verona, in collaborazione con Lions Gallieno e Host, Rotary Verona Sud e CUG dell’AOUI, presso il Centro Medico Culturale “Marani” di Borgo Trento, sul “coraggio delle donne” – quelle che denunciano e quelle costrette a subire -, i passi fatti, i passi ancora da fare.

Prevenzione, Protezione e sostegno alle vittime, Perseguimento dei colpevoli, Politiche integrate. Di queste quattro “P” contenute nella Convenzione di Istanbul per combattere la violenza sulle donne a livello nazionale e UE, ce n’è una (protezione e sostegno) che nella provincia scaligera sembra aver trovato uno dei terreni più fertili di tutto il Paese.

Il che non può che confortare, se così si può dire, di fronte all’ennesima poco gratificante fotografia sui reati di femminicidio (che della violenza di genere è per altro solo un di cuius) in Italia, dove da inizio anno si registrano 109 nuovi casi, 93 dei quali compiuti in ambito familiare, con incremento sull’anno precedente dell’8%.

Il plauso è giunto dal capitano Alessandro Papuli, Comandante della Compagnia Carabinieri di Verona, intervenuto al convegno promosso per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne dal Soroptimist International Club di Verona (con Lions Gallieno e Host, Rotary Verona Sud e CUG dell’Aoui), il quale in virtù di un protocollo d’intesa nazionale con il Comando Generale dell’Arma dei  Carabinieri, presso la caserma veronese di via D’Acquisto ha contribuito alla nascita della “Stanza tutta per sé”, «che oggi ci consente di ricevere e ascoltare le vittime intenzionate ad avviare il percorso giudiziario in un luogo più confortevole e riservato», ha detto Papuli. E già questo è un passo avanti nell’approccio all’emergenza.

«Guardando soprattutto alla realtà veronese, dove mi trovo da appena due mesi, vedo un contesto straordinario, nel quale chi ha bisogno, oltre alle forze di polizia, trova una struttura sociale (centri antiviolenza, case protette….) in grado di offrire adeguato sostegno». Ma questo cordone di difesa sociale «deve continuare ad essere rafforzato attraverso una costante opera di informazione e sensibilizzazione dei cittadini; ed è, anche su questa rotta, che l’Arma prosegue attraverso numerosi incontri in tutti gli istituti scolastici di Verona, per promuovere la cultura della legalità».

Fondamentale l’ascolto, cui l’Arma dei Carabinieri è ormai addestrata a tutti livelli, così come Franca Consorte, del Centro Antiviolenza di Legnago, che chiarendo come la violenza nell’ambito di una relazione amorosa non possa mai scaturire da un raptus, bensì da una deliberata volontà di annullare la partner dovuta a una affettività distorta, ha auspicato un potenziamento dei servizi di tutela attraverso la creazione di reti. «La violenza psicologica, associata o meno a quella fisica, provoca in queste donne una lacerazione tale della sfera emotiva che non consente di capire cosa effettivamente stia loro accadendo», ha detto Consorte, impegnata anche in un gruppo di ascolto per uomini maltrattanti, «pertanto, nell’accompagnarle verso l’elaborazione della violenza dobbiamo avere la capacità di entrare in tutt’altra dimensione, “da una stanza all’altra”». Al tavolo anche Francesca TorelliConsigliera di fiducia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, che tramite un questionario sottoposto al pubblico ha evidenziato le molestie “soft” ancora presenti in molti posti di lavoro.

G.R.